Allergia e Corpi sottili
Nel mio libro “Il mio nome è Es’Eker-et” (Rapsodia Edizioni) scrivo dell’aspetto sottile di molti organi del corpo umano e, volendo in questo articolo parlare di cosa succede nel nostro “corpo mentale” e nel “corpo astrale” quando si è vittime di allergia, Vi cito, come premessa, una breve descrizione dei polmoni che ho preso dal libro:
“””” Ogni organo ha filamenti invisibili collegati con gli altri organi e vanno oltre la nostra “aura”. Attraversando dei punti particolari del corpo, il denso si incontra con il sottile. I polmoni, essendo gli organi della respirazione, sostengono il corpo e lo preservano da aria eventualmente non idonea. Sono avvertiti attraverso l’olfatto del tipo di aria che respiriamo e sono in grado di espandersi, aiutati dal diaframma, o di fermarsi addirittura (anche se non per molto), assicurandoci sempre e comunque la magnifica ossigenazione di cui il nostro corpo si nutre. I filamenti dei polmoni sono collegati, nel mondo sottile, attraverso lo sterno, da qui si estendono come fossero anemoni di mare dai lunghi steli che, allungandosi da una parte e dall’altra, creano un canale lungo lo sterno, dove passano parecchie informazioni.
E’ così che i filamenti “abbracciano” l’aria; attraverso uno stato emozionale bello e amorevole le nostre braccia sono in espansione così come lo sono i filamenti invisibili dei nostri polmoni. Le braccia (soprattutto nella parte sotto ascellare) e i polmoni, vibrano di buona armonia, come avviene per esempio in un abbraccio sincero, infatti, se qualcuno o qualcosa non ci piace o non lo capiamo entriamo in allarme e il nostro respiro rallenta, l’aria si deposita nei polmoni, i filamenti allora fermano il movimento esterno e si paralizzano: allarme!! Così viviamo l’allarme, Il cuore incomincia a battere velocemente e tutto il ritmo si modifica, da leggero e sereno diventa pesante e veloce. Il nostro sterno percepisce il canale modificato perché lo avverte come vuoto e, poco dopo, come un finissimo dolore arriva all’organo custodito all’interno della cassa toracica: il nostro cuore…””””
Come avete potuto leggere i polmoni sono una parte del nostro corpo che ha a che vedere con la “accettazione” e il “rifiuto”, con l’”accoglienza” e la “selezione”, con l’”espansione” e la “contrazione” ed è proprio attraverso i polmoni che ci assicuriamo l”indipendenza” ed elaboriamo la “separazione”.
L’aria che respiriamo ci permette di stare in vita, la inspiriamo ed espiriamo senza ricordarci che in essa circola e agisce il prana di ogni individuo e di tutto l’universo! L’aria come l’acqua è di tutti e va protetta sia nel mantenere la sua purezza che nel respiro consapevole che ci permetterà di rilevarne l’amore che ci circonda e dove è custodito il potere della guarigione.
Quando è primavera l’aria cambia ed è quanto mai scontato dire che, soprattutto al suo esordio, ci fa sentire un po’ stanchi e sottotono. Così come cambiano le stagioni e trasformano la natura, così cambia il nostro corpo e la nostra disponibilità ed aspettativa e, quest’anno in particolare dove l’inverno non c’è stato, il caldo improvviso ha portato in anticipo i pollini nell’aria che ci hanno maggiormente sorpreso e infiacchito, aumentando di molto il numero delle persone allergiche.
La nostra sottile esperienza di “separazione” da una stagione che passa e di “adattamento” ad una stagione nuova e che ci invade di pollini, ci tocca proprio nel respiro: dentro e fuori, inspiro ed espiro, desiderio di aria leggera e pulita contro quella che subiamo come aria “calda e pesante”. E’ chiaro che con queste premesse, il naso si chiuderebbe a tutti e chi è allergico stabilisce una vera e propria lotta, barriera, difesa, chiusura e reattività!
A questo punto, l’allergico, si difenderà dando corso a cure pronte in suo aiuto: antistaminici, cortisonici, antibiotici, antiinfiammatori, in tutte le forme e le modalità.
Usando questo tipo di interventi se da un lato e per fortuna ci aiutano a non vivere la brutta esperienza di apnea, asma, tosse, rinite, ecc., dall’altro aumentano il nostro senso di fiacca, di vuoto e di disagio finché la stagione si metterà in equilibrio e noi ci equilibreremo appresso a lei.
Se qualcuno volesse fare l’esperienza dell’aspetto sottile della propria allergia, dovrebbe ispirarsi alla parola “separazione”.
E’ questo tipo di “schoc” che viviamo nel nostro corpo mentale, per quanto siamo contenti della bella stagione in arrivo, noi ne subiamo la potenza della sua manifestazione in natura e se siamo in una fase personale “particolare” emotivamente e mentalmente, se, ad esempio, stiamo vivendo uno stress da lavoro, una relazione difficile, un problema economico, ecc., sicuramente il nostro sistema immunitario si abbasserà maggiormente e la nostra allergia, si scatenerà in maniera senz’altro più violenta delle volte precedenti.
L’allergia ci travolge anche nei periodi che siamo in equilibrio ma, il nostro modo di viverla, è sicuramente più fluido e meno reattivo: quando si sta in equilibrio, nel corpo mentale, emozionale e spirituale, il fisico si lascia attraversare dalla malattia ed ha più possibilità di “recuperare” e di “risanarsi”.
Avranno fatto caso gli allergici che se si commuovono e piangono per una emozione sincera, dopo un primo momento di congestione delle mucose, le narici si liberano pian piano fino a sostenere un periodo lungo di respirazione con narici libere.
Se invece si piange per rabbia, si avrà un primo momento di congestione delle mucose e un secondo momento con un piccolo accenno di apertura delle narici che si richiuderanno quasi subito e più di prima.
Stessa cosa succede quando si ride!
Se si ride in modo sereno e gioioso l’allergia avrà un percorso di apertura e miglioramento della respirazione e della eventuale tosse quasi subito, se, invece, il riso è di tipo nervoso ed esasperato, l’allergia, dopo un primo accenno di benessere per via dello scarico energetico della risata, tornerà a chiudere ed infiammare le mucose del naso e della gola molto più di prima.
Quanto sopra vale un po’ per tutti i malanni, un equilibrio è tale quando si ascolta la propria condizione fisica e la si consapevolizza attraverso pensieri ed emozioni che supportano lo stato energetico di quel momento.
Se io ho un attacco allergico dove il mio naso è chiuso, ho la tosse, i miei occhi lacrimano e mi sento fiacca mi aiuterebbe senza dubbio stare in contatto con il mio sentire e invece di combatterlo dovrei capire quanto l’agente allergico che mi entra nelle narici e mi mette in difficoltà è il mio nemico e incominciare un gioco di conoscenza e di risposta attiva, cercando ad esempio, di mantenere le narici morbide e sciogliere la loro congestione con dei movimenti circolari fatti con i polpastrelli alle radici del naso e alla sua base, in mezzo le sopracciglia.
Usando il polpastrello del dito medio o dell’indice potremmo fare cinque movimenti circolari prima in senso orario e poi antiorario su ogni “punto marma” (V.figura) insistendo intorno al naso e sulle sopracciglia ed accorgerci di un beneficio immediato.
Invece di combattere questo “nemico” che invade il mio “spazio-aria” è bene conoscere quanta forza ha su di me e quanto io posso proteggermi da lui, lavorando sul respiro sottile e consapevole, adottando tecniche di rilassamento e digitopressione e sapere che bastano pochi minuti per ridare equilibrio e benessere al mio corpo, anche quando sto in difficoltà.
Forse potremmo sconfiggere questo “nemico” oppure tenerlo a bada non stando male più di tanto, accettandone il temporaneo passaggio, come fanno le foglie degli alberi con il vento, ci potremo fare attraversare dalla allergia consapevoli del “tutto compreso”, di cosa è che mi da fastidio, di come sto io in quel momento, di quanto posso fare per stare meglio, escludendo i farmaci ovviamente se voglio sentire il lato nascosto del mio malessere stagionale e ricorrendo magari, oltre alle tecniche su citate, ad aiuti più naturali, come gli oli essenziali (con moderazione perché sensibilizzano le mucose), i fitofarmaci (ad.es. Il Ribes nigrum gemmoderivato), gli omeopatici (ad. es. ottimo è Sinalia), i suffumigi (fantastici, spesso il calore aiuta a decongestionare) e non ultimo, l’argento colloidale da mettere nelle narici.
Altra considerazione interessante è quella di sapere cosa succede al nostro “corpo astrale” durante l’allergia.
Come fosse una esatta copia di noi stessi, il corpo astrale fluttua circolarmente intorno a noi e si dirige per poi fermarsi poco sopra la nostra testa, nella parte sinistra.
Da lì è in un ritiro malinconico dove il senso di solitudine e di abbandono lo tengono “bloccato” a guardare in lontananza. Il corpo astrale si sente come fosse un uccello dalle ali ferite e che non può volare, si sente come chi ha perso la fiducia nel proprio movimento e la visione del proprio futuro immediato.
Come il corpo denso, il fisico, nell’allergia è pervaso e investito da iper produzione di muco e di “acqua”, il “corpo astrale” viene spinto verso l’alto da una “emozione-acqua” dove si racchiude ed elabora. Questa emozione si chiama: sfiducia……….
Se noi avvertissimo questa divisione sottile tra il corpo mentale, occupato a tener fronte al disagio di depressione fisico-energetica ed il corpo astrale, occupato ad elaborare la sfiducia, potremmo intervenire per ritrovare l’equilibrio facendo esercizio fisico! Con un buon esercizio fisico, il metabolismo migliora, i canali respiratori si aprono e il nostro umore cambia e così l’allergia che migliora.
Ecco il vero motivo e l’importanza di ascoltare il lato nascosto delle cose, attraverso la consapevolezza dei nostri corpi sottili, noi possiamo prendere maggiore forza e comprensione di come stiamo, cosa ci succede, cosa possiamo fare e una volta compreso, auto curarci e quindi : RE-AGIRE.
Ricordiamoci che ogni cosa che possiamo fare per noi stessi e per la nostra salute è un atto d’amore.