BASTA FEMMINICIDIO !!!!

 

Mi dispero nel vederti sacrificio di quel maschio a cui ti sei affidata con tanto amore. Ti ho vista offrirgli affetto, comprensione, amicizia, compagnia e in breve tempo, accorciare tu stessa la corda con cui lui ti teneva legata a sé, scambiandola per amore, ne facevi una bizzarra collana da mostrare agli altri.

Come eri bella figlia mia, figlia di ogni madre addolorata.

Bellissima. Giovane, vitale, sorridente. Ancora bambina e custode di sogni innocenti.

Immaginavi ll tuo principe, (tuo principio di nuova vita come donna), accompagnarti in un luogo nuovo ed eccitante, dove offrire corpo e anima alla ricerca dell’unità elettiva, a cui spesso aneliamo in un rapporto di coppia.

Ti vedevo invulnerabile e pensavo, come si può fermare la volontà di una donna che vuole ad ogni costo amare e onorare l’uomo che ha scelto?

Ti vedevo e mi sentivo triste come madre, perché riconoscevo in te l’infinita fiducia di cui siamo dotate noi donne, una fiducia che accecava purtroppo la vera natura violenta del tuo uomo.

Quando ho visto la corda che vi univa, diventare anche una corona di spine, io soffrivo per te e per la mia incapacità di disilluderti, soffrivo per la frustrazione di non averti passato abbastanza forza per poterti difendere adeguatamente. Dei miei cromosomi di donna hai ereditato memorie di soprusi e ingiustizie, a cui, ognuna di noi, ha risposto con la forza del perdono e della speranza. Con l’amore. Ma dentro noi donne c’è purtroppo il ricordo della paura. Del timore. Della diffidenza. Sicuramente non della violenza, perché la violenza si chiama maschio. Non si chiama uomo, né  donna e neanche femmina.

La violenza Si chiama maschio, educato o maleducato, ricco o povero ma nemico dell’amore. Tifoso del possesso. Egoista, narcisista, anaffettivo, sadico, spietato. Riprovevole feccia. Figlio di madre disgraziata. Figlio di una civiltà ferita e triste, figlio da rinnegare e annientare per sempre.

Mi sento devastata dalla sofferenza perché quando ho provato a salvarti e allontanarti dalle sue sudicie e crudeli intenzioni, le nostre mani non sono riuscite ad afferrarsi e il nostro destino è stato segnato dalla nostra impotenza.

Non soltanto dalla mia e dalla tua ma anche dall’impotenza di tuo padre, dei tuoi fratelli e sorelle, zii e zie, nonni, amici, amiche.

Ora è il tempo. L’impotenza è scesa nella coscienza di tutti e reclama vendetta.

Reclama giustizia.

Reclama e urla addolorata la fine del femminicidio.

Reclama il risveglio dell’umano sentire, il bisogno di un cambio generazionale e di specie.

Lo dobbiamo a tutte noi e a tutti noi.

Dal più profondo della nostra pancia e dalle viscere del nostro pianeta noi chiediamo la fine di questa violenza, la fine di questa ferocia perpetuata, la fine del “genere” di esseri incompleti e spietati.

Io reclamo il RISPETTO e la buona convivenza. Io esigo la fine della violenza, la violenza sulle donne e sui fragili.

Io mi auguro un mondo in PACE.

Io reclamo  L’AMORE.

 

(Es’Eker-et)

 

 

 

 

 

L’aspetto sottile del cervello, attraverso i 5 elementi

Foto di Gerd Altmann

Il nostro cervello è un bellissimo pianeta e come tale è composto dai vari elementi che lo nutrono.

L’ossigeno permette alle cellule di trasmettere l’informazione in ogni area, quindi “l’aria” è essenziale al suo movimento e alla sua buona funzionalità e qualità.

L’acqua” permette alla materia grigia di rimanere in una giusta temperatura e a tenere i vasi sanguigni nella pressione costante di scesa e risalita, insieme all’aria ne suddivide il colore: grigia è nel movimento, bianca nella custodia del tesoro.

Il “fuoco” determina la velocità dell’informazione e la “terra” ne stabilisce la direzione, assecondandone il viaggio, la invita in un’area e la tiene in forza, la sostiene, la mantiene per riaccompagnarla poi all’uscita.

L’etere” sovrintende al sistema dei percorsi che prende l’informazione, ne caratterizza la permanenza, la sensazione e la sua memoria.

È proprio nell’etere”, infatti, che si stabilisce la memoria collettiva.

Nel cervello possiamo rilevare nelle ossa (terra) del cranio   zone “montuose” e di “pianura”, zone “collinari”, “abissi oceanici” e “crateri”.

Molte delle sue “montagne” sono situate nella zona frontale. È da qui che noi adottiamo il meglio delle nostre imprese, da qui comprendiamo le immagini e ne visioniamo il loro contenuto più nascosto. Identifichiamo e cataloghiamo, unifichiamo e dividiamo per uno scopo immediato.

Dall’alto delle “cime” possiamo vedere tutto, anche il nostro futuro, mentre tra le sue “gole” abbiamo l’intuito di avvenimenti più vicini.

Proprio qui, in una caverna, è situata la ghiandola pituitaria che come una centralina governa i nostri flussi fisici, seguendo il corpo nella crescita, nell’identità sessuale e nel suo metabolismo.

Sovrintende agli impulsi emotivi, tracciandone l’intensità e curandone gli equilibri e nella sua sede si espande la splendida luce della consapevolezza e del discernimento.

Le “montagne” si addolciscono nei lati del lobo parietale, formando delle “colline” da dove l’istinto uditivo è ben collegato sia al suono esterno sia a “un’eco” più profonda. Questa è la zona dove i suoni di ogni tipo vengono avvertiti, ridistribuiti e classificati.

Subito a fianco c’è l’elaborazione del suono. La sua onda si collega alla memoria, all’apprendimento, alla comunicazione, formando un fantastico sistema di risposta che dà vita alla parola.

Due lunghi corsi d’acqua s’infilano nella profondità della materia e ne scoprono i crateri: da queste cavità il “fuoco” si addestra e si espande, sottile e silenzioso si adagia alla parete posteriore del nostro cranio e, avvertendone la giusta custodia, si libera nell’ascesa verso i lobi temporali, formando una piccola curva e connettendosi così ai nervi ottici.

In un gioco caleidoscopico, le immagini si caratterizzano tra colori, misure, spazi. Si accomodano alla cavità dell’occhio e risalgono lungo le pareti centrali, per discendere nell’abisso centrale più profondo: l’oceano del cervello limbico, dove risiede il tesoro delle nostre sensazioni emotive, quelle più conosciute e quelle ancora da conoscere. Qui si stabilisce il contatto con la coscienza del sé come individuo.

La nostra coscienza si eleva attraverso la ghiandola pineale che è posta quasi al centro del nostro cranio e che ci collega, nel buio della notte, al nostro sé più profondo e al nostro sé più espanso.

Abbiamo quasi cento miliardi di cellule nervose nel nostro cervello, quasi quanto un numero di stelle sparse in una galassia, come non possiamo immaginare che le nostre azioni, sensazioni, emozioni, rimangono limitate in un chilo e qualche etto di sostanza gelatinosa?

Come non pensare che il nostro cervello sia paragonabile a una stella principe che interagisce nel vuoto di uno spazio pieno di altri corpi celesti?

E come non pensare che, dentro di noi, risiede una memoria cosmica?

 

Es’Eker-et e le energie sottili

STORIE DI RABBIA E DI IRASCIBILITA’ : NELLA LITE SI NASCONDE LA PAURA

 

Foto di Gerd Altmann

Proviamo a vedere l’aspetto sottile della …....RABBIA e IRASCIBILITA’ : PAAAAUUUURAAAA

E’ la parte più alta di una energia di fuoco che sale dai piedi, raggiunge le gonadi e le surrenali per poi risalire lungo la colonna e si divide in tre : le 2 braccia e la gola…………..

Inizia con un sottile stato di irrequietezza dove si avverte sotto i piedi un moto ondulare elettrico che mette in allarme.…. tutti i sensori di difesa si attivano: le mani, le spalle, le orecchie, il collo e l’attenzione si concentra nella parte alta del corpo con il respiro che si accorcia e una spirale energetica opprimente comincia a roteare in senso orario proprio nella zona toracica dove il cuore e il fegato sono tristemente sollecitati 

in questa aumentata  irrequietezza che  oramai è definitamente diventata un malessere 

trova spazio l’emozione della rabbia, forte, prorompente e famelica di una via di uscita!!!

La ricerca del controllo del nostro corpo è fatua, siamo  totalmente in balia del flusso adrinico che avvertiamo dentro le ossa e nei tessuti nervosi, la bocca dal sapore secco e metallico e le nostre cellule sempre meno ossigenate intorpidiscono e inibiscono il nostro sentire più saggio…ed ecco che un minimo accenno di provocazione dall’esterno scatena pienamente la nostra irrascibilità..e….booom….wrauuuuuuu…scrashhhhhhh. tutto degenera in una lite, incazzatura, ecc.ecc

Ora se NOI ascoltassimo quel sentire più saggio prima di scatenarci nella furia ci accorgeremmo che il senso di carica che ci ha invaso con la rabbia  è  un aspetto energetico che abbiamo bisogno di scaricare ma che ci ha nascosto l’emozione che non abbiamo potuto ascoltare quando siamo entrati nell’allarme che noi chiamiamo : LA PAURA.

E’ proprio la paura che ci ha reso instabili e ci ha fatto scattare un allarme interno e a sua volta una difesa, cioè la rabbia.

Uno scatto d’ira, scarica a livello energetico quello che nel sottile avvertiamo come paura, così abbiamo sistemato e scaricato un’emozione ben più difficile da elaborare; noi ci siamo difesi.

Quindi, sotto l’aspetto energetico, tirare fuori la rabbia è una ricerca di equilibrio per lo stato di malessere in cui siamo caduti e ci scarica dalla tensione accumulata facendoci sentire meglio ma la paura, dove andrà a finire?…

In realtà con la rabbia espressa uscirà anche la paura, attraverso il tremore, il battito cardiaco accelerato, l’affanno del respiro, la sollecitazione vocale, le corde vocali si accorciano e si allungano velocemente, irritando la gola e gli occhi saranno sollecitati a trovare più spazio intorno, cercheranno più spazio circolare, orizzontale e verticale.

Attraverso l’irrascibilità noi abbiamo tirato fuori la PAURA, l’emozione più sottile…..

Ma che cosa c’è dietro la paura???..Cosa è LA PAURA???

Mille motivi per avere paura seriamente li potremmo elencare, alcuni sarebbero molto validi, come quelli di incolumità fisica, altri , altrettanto validi, come quelli legati alla sfera del possedere o dell’appartenenza, altri motivi sono di origine immateriale, paure inconsce, non meno pericolose per il nostro equilibrio psico-fisico.

Ricapitolando la paura è il sottile che è nascosto dietro la rabbia. Energeticamente la paura ha tre vie per espandersi e manifestarsi

 

  • la rigidità

si rimane immobili e contratti, il corpo è teso e la mente è sommersa dai pensieri

  • la velocità

l’adrenalina, questo tipo di ormone ci fa agire e reagire in modo veloce

 

  • la tossicità

la paura ha preso spazio nel nostro corpo da tanto tempo e si è stabilizzata nelle nostre cellule e vive con noi, ne siamo nutriti dalla presenza, ci abituiamo a lei.

Molti di noi, già dalle origini intrauterine assorbono questa emozione dalla propria madre che , anche attraverso l’allattamento, la passa definitivamente al figlio.

Certo , le emozioni di una madre in gestazione sono ricevute dal feto in maniera sensibile, nella vita intrauterina il feto percepisce lo stato di benessere o di malessere in cui vive; se la madre ha un sussulto di gioia o di terrore, il feto lo sente, pur avendo ovviamente la sua autonomia che sarà definitiva, una volta nato.

Queste “MEMORIE” intrauterine e relative all’allattamento rimangono nelle nostre cellule e anche se le “dimentichiamo”, esse si aggiungono alle nostre esperienze.

Spesso si intrecciano con il nostro vissuto, a volte ne prendono il sopravvento…. Ci ritroveremo così ad avere reazioni di allarme anche quando è inutile o perlomeno è esagerato.

E’ interessante pensare questo.

In un conflitto a due, dove uno, l’aggressivo, si abbatte sull’altro, se l’altro perde con una risposta aggressiva più bassa, automaticamente, si assume la dose di “paura” che ha reso “vincitore” l’aggressivo che nel frattempo è colmato nell’irrascibilità.

L’irrascibile quindi si ridimensiona ed ha scaricato la dose adrenalinica, l’altro che è in ritirata rimane impaurito e frustrato, quindi più debole, energeticamente.

Questo fa si che è deleterio nei rapporti umani e nelle relazioni in genere cadere nella trappola della lite. Ognuno è in qualche modo perdente, nel sottile lavora un grande senso di divisione e incomprensione.

 

Es’Eker-et e le energie sottili

VIVERE O MORIRE, AMARE O ODIARE, L’IMPORTANTE È CAMMINARE CON BUON PASSO E SCORGERE IN SERENITÀ LA VIA D’USCITA: IL CAMMINO È STRETTAMENTE INDIVIDUALE.

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Sono passati molti mesi da quando non scrivo più un articolo sul mio sito, ho scelto il silenzio in un periodo che è stato piuttosto difficile, faticoso e frastornato e nonostante questo periodo fosse stato anticipato da molti astrologi come portatore di caos, nonostante la mia sensibilità intuitiva sono stata travolta e schekerata con sorpresa. La mia “preparazione” non ha attutito il “colpo”. E così sia…..
E’ stato giusto quindi, ora che sto facendo finalmente un po’ d’ordine, scegliere di ascoltare invece che parlare, scegliere di subire invece di colpire, scegliere di comprendere invece di capire.
Riconosco che questo mio atteggiamento può essere per molti di difficile misura, la rabbia e la vendetta sono sentimenti di forte richiamo quando si sperimenta l’ingiustizia, l’incomprensione, la non accettazione.
Quando ti accorgi che quel ruolo che pensavi di avere nella tua famiglia, nel tuo posto di lavoro, nella società, nel tuo menage è troncato o meglio mozzato da un tragicomico incidente che si chiama “non ti comportare come io non voglio” oppure “ non essere come io non voglio che tu sia” la tua persona-personalità deve per forza fare i conti con l’illusione che tu “eri” qualcuno o qualcosa ma che non era così.
Per farla meno ermetica posso dire che in pochi mesi e sempre in parallelo con i movimenti astrologici , vale la metafora, “i nodi sono venuti al pettine” e questo, perdonatemi il plurale, vale per tutti e in tutti i campi.
Siccome tutti siamo uno e uno siamo tutti Vi posso assicurare che nonostante ognuno abbia problemi vari e quanto mai originali, la nostra sensazione sottile è che siamo dentro un tunnel dove ne vediamo l’uscita ma non la fine e dove, soprattutto, ne vediamo la sua parte buia, il lato nascosto, la nostra ombra. Eccoci di fronte all’altra faccia della medaglia, quella della testa senza il corpo, quella degli angeli senza le ali.
Stiamo quindi cercando o ricercando una unità dentro noi stessi , con il nostro corpo e la nostra mente, con il nostro cuore e i nostri affetti, con la nostra vita e la nostra post-vita, perché non possiamo fare a meno di uno senza l’altra.
Che ne sarebbe di noi se fossimo solo mente o solo cuore o solo spirito? Abbiamo scelto di vivere in un corpo ma non ci è ancora chiaro nel suo insieme, almeno per molti di noi.
Gli eventi ci hanno provato in maniera personale e comunitaria e ci hanno sorpreso, tormentato, schekerato, dandoci sicuramente una bella scossa di risveglio, anche a quelli come me che stanno sul sentiero spirituale da molti anni, anzi. Penso che per chi lavora nel profondo ha sentito ancora di più il conflitto, forse proprio perché pensava inconsciamente o illusoriamente di essersi liberato almeno in parte, da un karma che invece appartiene a tutta l’umanità e che ci ha riportato tutti in fila per uno. E’ giusto. Giustissimo.
L’evoluzione o si fa insieme o siamo tutti fregati.
I pochi eletti possono decidere di trasmutare ma chi è qui sulla terra, anzi in questo momento esattamente nel tunnel, deve capire come uscirne e migliorare la propria esistenza.
Con l’influenza di questa luna nuova in toro e con la maturazione del mio vissuto astrale posso dirvi intanto cosa è arrivato alla mia coscienza: è ora di munirsi di buone scarpe e camminare con buon passo verso l’uscita dal tunnel senza prima soffermarsi davanti allo spettro dell’ombra dove i simboli dello scorpione e del cancro si stanno unendo, confrontando, lottando. Amore e morte continuano nella loro rappresentazione di memoria collettiva ma nella oscurità ora si intravede una specie di strega che sovrintende e sta a guardia dei due simboli. Una strega è una figura con poteri occulti, legata agli incantesimi, al lato oscuro e alla magia ma è anche il femminile, le nostre pulsioni più sottili legate alla creatività e alla procreazione.
In un quadro visivo quindi c’è nel buio del tunnel una coppia (cancro-scorpione) che non si sa se si ama o si uccide e che viene sorvegliata da una strega…. Una “contraddizione” vivente sotto sorveglianza di uno sguardo occulto.
Questa visione è il flash in tempo reale delle nostre paure più inconsce del momento che stiamo vivendo.
La paura di non uscire dal tunnel è meno forte di fronte al fascino di questa contraddizione, vivere o morire, amare o odiare forse non ci importa più di tanto quanto invece delegare la contraddizione alla strega, all’occulto e perché non chiamarlo anche al caso……
Molti di noi credono che il caso non esista, anche io sono in accordo e in questa visione sopra descritta l’interpretazione è duale. La cosa che più mi appartiene e che profondamente sento ad oggi è guardare la dualità e la strega con distacco, ascoltando anche le pulsioni che mi sollecitano facendole salire alla coscienza ma privandole della loro energia distruttiva. NON E’ POCO.
Nel frattempo ho deciso di continuare a camminare, mi sono munita di scarpe comode e i miei piedi hanno un buon passo. I miei occhi, nonostante il buio del tunnel e il triangolo occulto non perdono la via d’uscita, non ne percepiscono la lontananza ma nel frattempo, un sorriso spontaneo distende le mie labbra e mi consola.
Mi fa compagnia.

Es’Eker-et

IL TRENO DEI DESIDERI E’ NEL PRESENTE

 

Railroad train with locomotive in foreground 1915-500

La parola desiderio

Questa parola per le generazioni come la mia ha avuto un significato fortissimo, caratterizzando gran parte della nostra vita in uno stato “passionale” per il suo conseguimento, in una condizione di “speranza-perseveranza” per il suo raggiungimento e infine nella “delusione-rassegnazione-accettazione” perché una volta realizzato il desiderio, seppure dopo un primo momento di gioia, ci si accorgeva che in fondo non ripagava della forza impegnata, oppure, nel caso che il desiderio non si fosse realizzato e tantomeno la gioia del successo, ci si consolava con la chiusura di un capitolo impegnativo per le proprie forze e ci si rivolgeva verso qualche altra forma di desiderio più abbordabile e comunque altrettanto “desiderabile”. L’importante era non deprimersi e non fermarsi. L’importante era Impegnarsi,…Sì, perché la mancanza di desiderio portava a una vita poco passionale e impegnata e non importava se si era giovani o meno giovani, il “desiderio” era spinto da una forza che non aveva a che fare con una fisicità influenzata da ormoni ma da una mentalità culturale che proveniva da secoli di storia e di cui noi tutti eravamo  enormemente influenzati e pronti ad assorbirne le varianti dettate dal progresso….  I nostri genitori e soprattutto i nostri nonni avevano vissuto le guerre, portatrici di grandi sofferenze e l’unico sentimento permissibile era legato al “vorrei” nel “bisogno” che proveniva dalla forte mancanza e non certo dal “desiderio”. Quest’ultimo era vissuto nel “corpo mentale”, come forza del combattimento, forza di un ideale da esprimere, forza-desiderio per sopravvivere alla guerra e rimanere in vita.  Altrettanto “mentale” era il desiderio sessuale, benché fosse una forza altrettanto presente e potente, era repressa da una cultura non permissiva e quindi vissuta intimamente.

Poi arrivammo noi, le  generazioni post-guerra, e cavalcammo l’onda del “desiderio” che ci sussurrava il boom economico, sollecitati da un benessere che bussava alle nostre porte e che anche se non lo era per tutti, proprio per questo, ancora più “desiderabile”. Il desiderio fu libero di esprimersi nel vissuto mentale, fisico, emozionale. L’esplosione del capitalismo e del consumismo provocò negli animi più giovani e sensibili una attrazione e allo stesso tempo una repulsione. Le coscienze si animarono di consapevolezza e nacque l’ autocoscienza, lo spirito di aggregazione e la ricerca di libertà, si formarono  le comuni, i movimenti  di lotte studentesche, gli yippies.p37_21

Il desiderio aveva comunque influenzato gli animi e si mescolava nelle contraddizioni: il desiderio di essere liberi era legato anche al desiderio di avere, di possedere e quindi, diede spazio alla dipendenza….

Tutto divenne estremo, la droga fece strage di corpi e di menti, la lotta armata inquinò l’ideale e indebolì l’impegno e la militanza pacifica, e il filo tra la giusta causa e il buon senso perse il controllo e generò confusione disperdendo una buona occasione evolutiva……  E così nel frattempo, il capitalismo avanzava e il  desiderio si travestì da Yuppies: uomini e donne in carriera. Il motto era fare per diventare, avere successo. Diventare ricchi, potenti, desiderabili.

yuppies2Gli yuppies furono la cima più alta di questa personificazione umana al capitalismo, ma noi tutti ci ritrovammo a vivere anni, anzi decenni, a correre appresso a “desideri”. Desiderare era avere il meglio, essere il meglio, garantirsi il meglio. Non importava se il nostro desiderio era poco reale alle nostre possibilità o attitudini, era una forza propulsiva, non importava se ci distoglieva dalla presenza del momento, dal “qui ed ora” di w.Reich, noi eravamo gli operai di una fabbrica che doveva produrre e non fermarsi. Quindi noi eravamo proiettati verso il futuro, il presente era una cosa scontata.

Dico eravamo perché ad un certo punto della nostra vita, probabilmente in questo ultimo decennio, la parola “desiderio” è andata scemando, e, senza che ce ne siamo accorti, si è messa dietro il sipario, stanca di rappresentarsi nel solito modo.

La parola “desiderio” si nascondeva, il capitalismo incominciava il suo smarrimento e noi attraversavamo tanti di quei guai individuali, familiari, sociali, politici, economici che la parola “desiderio” non poteva essere contemplata nella nostra realtà, tantomeno nel nostro quotidiano. Il desiderio entrò in stand-by senza che ce ne accorgemmo, così come entrò in stand-by l’attenzione verso il futuro…

Ora, se questa condizione ha determinato molti cambiamenti personali non proprio indolori, separazioni, disoccupazioni, fallimenti, depressioni, c’è una debole ma sicura ricerca verso se stessi che si fa strada, lo smarrimento della fiducia verso il fuori ci fa rivolgere alla ricerca verso il dentro. Certo, siamo soltanto all’inizio.  I nostri figli li vediamo a volte quasi privi di desiderio che è comunque un sentimento che esprime una forza umana importantissima e gli và dato il giusto e vero significato ma non è vero che sono superficiali o apatici come spesso noto rappresentarli in qualche servizio giornalistico.

Io nutro una forte fiducia verso le nuove generazioni, devono soltanto darsi un pò di tempo e poi abbracceranno il risveglio.

Non dimentichiamo quindi che per i nostri figli la parola “desiderio” ha un effetto sui corpi sottili diverso da quello che aveva per noi. La vibrazione è di altro tipo, Và a sollecitare qualcosa che è difficile cercare.  Se non hanno tutto hanno molto più di quanto avevamo noi, disoccupazione inclusa…. Ma hanno noi.  Dipendono economicamente molto da noi genitori e questo, negli anni, è diventata quasi una normalità, figuriamoci la mancanza di desiderio. Pochi sogni e molto presente. Vivono alla giornata e non pensano al futuro o sicuramente meno di quanto ci pensavamo noi.

Che dire? vogliamo pensare che sia questo l’inizio di una nuova era?………… abbasso il desiderio e viva prendere il treno giusto al momento giusto???!!!!!

😉

IL MASSAGGIO IN GRAVIDANZA

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Quando pratico un massaggio ho sempre chiaro il mio stato d’animo iniziale, cerco infatti di “pulire” i miei corpi sottili mentale ed emozionale, proprio per essere maggiormente concentrata sulla cliente e sul tipo di benessere che le andrò a stimolare: più sono neutra e al di sopra del mio “io” più posso “seguire” le mie mani che a quel punto si muovono sicure e sentono quale è il migliore percorso da utilizzare.

Alla fine del massaggio uso la tecnica (comune a tanti) di scaricarmi le mani e gli avambracci sotto l’acqua corrente e sgrondo l’acqua in eccesso energeticamente, cercando di mandare via così ogni accumulo.  La sensazione è di freschezza immediata ma lo  stato d’animo non è mai come quello iniziale, qualcosa è cambiato. E’ importante infatti reimpostare la propria dimensione e centratura perché la persona che si è appena massaggiata ti lascia, oltre che la sua tensione muscolare, anche delle energie sottili come ansie, paure, angosce  e tu operatrice devi essere pronta a neutralizzarle e a ricomporre il tuo stato d’animo iniziale. Chi non sta attento a questo importante passaggio o consapevolezza rischia di portarsi addosso per tutto il giorno qualcosa che appartiene ad altri.

Ho notato una diversità di accumuli energetici invece nell’effettuare i massaggi alle donne in stato di gravidanza. Esse abbandonano le tensioni muscolari come fanno tutti ma le loro energie sottili relative alle paure, ansie, angosce sono schermate da quel posto sacro che divide il loro diaframma dal liquido amniotico che avvolge il bambino.  Una donna incinta seppure in balia delle proprie dinamiche emozionali e mentali cerca di proteggere il suo bambino a prescindere, anche da sé stessa, bambino che a sua volta, essendo un essere distinto ma ospitato, le ricorda che esiste muovendosi, alimentandosi, crescendo. La donna gravida non è mai sola, questa è forse la parte più meravigliosa di tutta l’esperienza, qualcuna che avrà sentito una lieve nostalgia della pancia una volta partorito e la sensazione strana di essere in due ma separati, me lo potrà confermare.

Una donna gravida che si sottopone ad un massaggio, si abbandona al bisogno di ritrovare una leggerezza che fisicamente le crea tensione nella colonna vertebrale, ha bisogno di una maggiore morbidezza nei muscoli per sostenere il peso che si sposta in avanti, una leggera tonificazione dei tessuti e una fluida mobilità nelle articolazioni, specialmente delle ginocchia. Non ultimo, la futura mamma, ha bisogno di sentire sulla propria pelle la tenerezza del tocco di una madre perché, non dimentichiamoci che per essere madre, bisogna riconoscerci prima come figlia.

E mentre il massaggio aiuta a ritrovare uno stato di benessere e di equilibrio per la gestante ecco che nell’aria si percepisce un respiro in più :  un essere umano, custodito come un tesoro e nascosto alla vista di tutti, emana vibrazioni di puro  amore e noi ne veniamo inondate.

Questa è la meraviglia e il mistero che c’è nella vita, in una nuova vita si percepisce l’esserci nel qui ed ora, in ogni battito, secondo, minuto, in ogni respiro, pensiero, emozione.

E la grande responsabilità che abbiamo nell’accogliere una nuova vita è fare la conoscenza di una persona distinta da noi, sacra perché inviolata da qualsiasi peccato e pregiudizio, umile nella sua grandezza e fatica di essere arrivata fino a noi.

I bambini di oggi, quelli che stanno nascendo, sono dei bambini speciali. C’è chi parla di bambini indaco, cristallo, bambini dotati di una intelligenza e sensibilità superiore alla nostra.

Io vorrei che imparassimo nell’accoglierli tra noi soprattutto una cosa: rispettarli.  Educhiamoli ed accompagnamoli amorevolmente nella loro indole, non modifichiamoli per i nostri sciocchi o superficiali progetti genitoriali.

Siamo autorevoli ma educatamente, il bambino non deve diventare né un despota, né un suddito. Cerchiamo di percepire da loro, il meraviglioso mondo dal quale arrivano, cerchiamo di capire chi sono veramente e attraverso di loro ripercorriamo le nostre esperienze infantili ed annulliamo, una volta per tutte, quelle che ci hanno reso il cuore triste. Diamogli fiducia, libero arbitrio, facciamoli spaziare nelle loro idee e rappresentazioni, proteggiamoli soprattutto con la nostra presenza , non soltanto fisica ma come presenza a tutto tondo.

I bambini si accorgono quando noi siamo assenti con la mente e noi proprio con loro abbiamo l’opportunità di modificare e correggere questo difetto che ci ha reso insicuri. impariamo ad esserci. Esistere.

Essi sono venuti al mondo per ricordarci chi siamo.

LA PAURA CONSAPEVOLE, IL CAMBIAMENTO: MULADHARA

LA PAURA CONSAPEVOLE, IL CAMBIAMENTO: MULADHARA.

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La terra trema. Trema la crosta terrestre, trema l’America nella ricerca del suo prossimo Presidente, trema l’Europa per l’instabilità che avverte e dove, come in più paesi,  il populismo è in forte ascesa.

La voce del popolo chiede, vuole essere ascoltata.

Il VOLERE preme forte, fa resistenza e spinge, esige,  l’EMOZIONE eccitata da un misto di senti-menti di rabbia e di ri-sentimento,  esplode senza controllo, si chiede il cambiamento.

Ecco la Parola d’ordine, il cambiamento. Questo è il bisogno più forte che viene ora dalla massa ed un bisogno che si porta dietro le sue contraddizioni ed  incognite.

La richiesta è quella di mettere le cose a posto, di ri-costruire.

Quindi,  si dia il lavoro a chi ne ha diritto nel proprio Paese, si alzino i muri per garantire i confini, si avvii pure una tendenza di conservazione dei propri interessi, e magari, si fermino i complessi meccanismi di corruzione. Magari.

E’ un po’ la tendenza generale. Volere CAMBIARE, CONSERVANDO.

Non so e sinceramente non mi interessa molto chi vincerà le elezioni in America come non so cosa aspettarmi dal futuro su vari fronti.

Per ora, so di certo  che noi siamo tutti più emozionalmente arrabbiati.

Di certo e perdonatemi la licenza extra-terrestre come Es’Eker-et,  so che nel nostro corpo sottile sta avvenendo un cambiamento, un primo passo di evoluzione della nostra specie. Ciò che sto per dirVi si basa su Channeling con il mio primo spirito primordiale.

Questo è quanto:

Il nostro primo “chakra,” chiamato in sanscrito MULADHARA, posizionato alla base della nostra colonna vertebrale, esattamente nel coccige, si sta modificando.  Muladhara è il punto dove confluiscono le energie vitali e di sopravvivenza, li’ è custodito e si stanzia il primo soffio vitale, per gli indiani si chiama “ kundalini”  una energia potente, assopita in quel punto e pronta a fare il suo cammino verso l’alto, attraversando e liberando il corpo dalle tensioni e dalle pesantezze mentali ed emozionali soltanto quando l’uomo spirituale è pronto. Il suo risveglio porta gioia, leggerezza, guarigione. E’ una energia potente, per la nostra cultura può essere paragonabile allo spirito santo.  

Ebbene, evidentemente chi è pronto spiritualmente o non lo è deve sapere che questo primo chakra si è fatto più spazio, ha subito anch’esso una “scossa” e si è districato leggermente. La sua modifica va di pari passo con ciò che sta succedendo sulla terra con i movimenti tellurici e climatici  e con lo stato emozionale in cui versa il mondo, dove si continua a vivere in funzione di causa ed effetto.

Riceveremo in breve tempo il “cambiamento” che la maggior parte di noi si auspica ma in termini energetici. Semplicemente saremo noi il cambiamento.

Questo cambiamento nel primo chakra ci porterà inizialmente parecchia stanchezza fisica e ci trascinerà in una forte e spassionata emotività. IL corpo sarà stanco, saremo doloranti nelle gambe ma l’emozione sarà forte e impositiva e determinerà il nostro movimento. Staremo in “piedi” per le emozioni…. La mente sarà molto presente a questo stato con uno strano distacco e non ne capiremo bene il perché.  Ci sentiremo come in uno stato di automazione, perdonatemi il termine ma è il più appropriato.

Vivremo le nostre realtà quotidiane diversamente dal solito, ci porremo anche diversamente dal solito, saremo insoliti, ma all’inizio non ce ne accorgeremo. Il processo sarà lento e… sottile. Ecco l’importanza di avere la mente vigile e attenta, oltre che accesa, perché attraverso la mente cominceremo a vederci e sentirci come fosse la prima volta. Sentiremo più forte la luce del sole, avremo periodi dove i nostri occhi lamenteranno forti disturbi di fotofobia. Tutto questo sarà transitorio, perché il corpo dovrà lavorare per ridistribuire tutta l’energia che si muoverà da questo cambiamento alla base della nostra colonna vertebrale.

Ci sentiremo deboli e forti allo stesso tempo. Aumenteranno i concepimenti, stanno per arrivare molti bambini “cristallo”, esseri umani con poteri di antichi maestri, si distribuiranno tra noi per migliorare il futuro di tutti, saranno menti illuminate. Ci saranno moltissime auto guarigioni. Avvertiremo un senso irrazionale di essere sogno nel sogno. Poi sogno e realtà, fino ad arrivare a percepire molto bene quanto la nostra realtà è dettata dalla nostra mente, dal nostro volere. Ci risveglieremo.

Ripeto, sarà un processo lento ma avvertito da tutti.

E’ per questo motivo che sotto l’aspetto sociale e globale ci potremo aspettare l’inaspettato. Ci potrebbero essere governi flash che non avranno gli stessi tempi dei precedenti.

Potremo attraversare momenti di grande fermento. Scombussolamenti. Potremo non avere più bisogno di punti fermi. E la cosa interessante e rassicurante è che li vivremo senza paura, o almeno quella paura solita che conosciamo bene.

Tutto questo avrà bisogno di esistere per dare modo alla paura più profonda di uscire finalmente fuori dal nostro immaginario. PERCHE’ DI QUESTO SI TRATTA.

Noi abbiamo paura della paura e non affrontiamo la realtà nelle sue varianti e possibilità.

Ora siamo pronti a farlo anche se non ne siamo consapevoli.

Ecco dove si dirigerà la nostra attenzione:

  • scoprire il senso della vita e della morte.
  • conoscere il senso di appartenenza ad un luogo, ad un affetto, ad una cultura, ad una religione e sentirne il piacere, la scelta e la dipendenza.
  • sentiremo la presenza nell’unità del corpo, mente, cuore.

 

Scegliere di esistere sarà la legge del nuovo mondo.  

Un abbraccio di luce a tutti Voi.

Es’Eker-et

QUANDO SI NASCE, SI NASCE LIBERI.

Quando si nasce si nasce liberi.

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Quando si nasce si è maschi o femmine, esseri umani in un corpo denso da crescere e nei corpi sottili da affinare. Arriviamo sulla terra per imparare a nutrirci, chiedere, reclamare, ringraziare, relazionare e nasciamo nella famiglia che la nostra anima ha scelto e che la nostra personalità-ego nel tempo amerà e/o rifiuterà, rispetterà e/o tradirà, ci si legherà o ci si dissocerà.

Ogni percorso ed esperienza come figlio, all’interno della propria famiglia, è personale e irripetibile, mai uguale ai nostri fratelli e sorelle, più vicino forse agli amici che ci scegliamo in giovane età, proprio per condividere e superare quel senso di incomprensione che sentiamo a volte nel profondo.

Se mi concentro e mi chiedo chi sono stati o sono veramente mio padre e mia madre non posso non rappresentare il mio vissuto con loro e se mi chiedo chi sono io e come ero come figlia, sorrido sentendomi lontana a quel ricordo in virtù della mia crescita personale e dove tutti noi, ci riconosciamo in qualità di adulti. La coscienza di sé, passata attraverso sottili, delicati e difficili processi di crescita interiore, mentale-emozionale-spirituale, ci porta a VEDERE delle verità a volte sorprendenti e a RIVEDERE i componenti della nostra famiglia.

Quando si è genitori o figli si passa in maniera inconsapevole ad alternare la propria persona-anima-verità con  il ruolo di padre-madre-figlio e perciò tutti gli: “educo – imparo­ – è giusto – è sbagliato ­– ti amo – ti odio – voglio stare con te – voglio stare da solo – mi manchi – mi basti – mi somigli – ti somiglio – chi sei tu – chi sono io” sono esperienze che passano attraverso il “pacchetto famiglia”.

E’ quindi molto difficile essere obbiettivi, è difficile esserlo con sé stessi, figuriamoci verso i componenti della famiglia che hanno un RUOLO che li distingue: padre, madre, figlio, sorella, fratello.

Vivere il ruolo, ci fa dimenticare la nostra persona-anima-verità e le nostre vere esigenze, e se il ruolo è legittimo per la sua funzione e funzionalità, a volte e non poche è scomodo e accorcia le ali di libertà di ciascun componente, nessuno escluso.

Se noi riflettessimo nella verità, ci accorgeremmo di quanti ulteriori RUOLI sbagliati abbiamo dato e/o diamo a nostra madre, padre, figlio, sorella, fratello e a noi stessi.

Vissuti per anni dentro storie che abbiamo tessuto nella nostra memoria attraverso il nostro personale punto di vista e quindi attraverso il nostro personale sentire, aspettativa e carattere, quando apriamo il nostro cuore alla comprensione ed alla verità, ecco che tutto si trasforma e i componenti della nostra famiglia appaiono nella loro natura e realtà: uomini e donne, persone che provano con le loro volontà, difficoltà e animosità a stabilire un rapporto di affettuosa convivenza e di intimo rispetto.

E se tutto ciò, nell’apertura alla verità, non lo vediamo, vuol dire che siamo nati in una famiglia per imparare a cercare l’amore da un’altra parte e a desiderarlo.

Se, invece, riusciamo a dare un senso alla nostra famiglia, guardando anche le cose che non ci sono piaciute o che non ci piacciono, vuol dire che abbiamo avuto l’opportunità di migliorare e che siamo fortunati comunque ad avere ricevuto e donato l’amore.

Non è mai stato facile incalzare un ruolo a perfezione. Forse, se cominciamo ad educarci alla parola “rispetto” e “accettazione”, creando quindi sin dall’inizio di una vita di coppia e poi di famiglia l’intenzione di imparare ad amarci, oltre che innamorarci, allora forse avremmo fatto un passo in avanti per l’evoluzione e saremmo tutti più sereni e un po’ più liberi….

Vorrei citare una strofa che mi è arrivata da un caro amico che scrive e si occupa di yoga e ayurveda (G. Marino), la strofa è la n. 393 della Dhammapada, un testo buddista del III secolo a.c., che trovo quanto mai appropriata in questa visione e condividerla con Voi.

Degno di rispetto

Nessuno è da considerarsi degno di rispetto a causa della nascita o della cultura o di qualsiasi altra qualità esteriore.

E’ la purezza e la comprensione della verità che decide di qualcuno il merito.

 

TUTTE LE STRADE PORTANO AL CUORE

Tutte le strade portano al cuore

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Siamo pronti?

Questo é il momento di fare un salto di qualità, come crescita esistenziale e sociale, questo è il tempo di trovare la strada che dalla mente ci porta al cuore.

Siamo appena tornati dalle vacanze e anche per chi non le ha fatte, settembre è sempre stato il mese del rincomincio, le riflessioni sono soppresse dalle attività frenetiche che ci richiede la giornata e l’umore è piuttosto meditabondo.

Facciamo fatica a riconoscere il nostro centro e, risanarci con un buon rapporto affettivo all’interno della nostra privacy, é quantomeno complicato.

Le discussioni prendono il posto di una comunicazione più profonda e di scambio vero. Così ci sentiamo spesso incompresi anche dalle persone a noi care. Insomma. Siamo sull’ orlo di una crisi di cuore …

I tempi ci chiedono un lavoro enorme, stiamo per attraversare l’oceano del cambiamento evolutivo.

Immaginiamoci proprio come il popolo che seguì Mose’ per cercare la terra promessa e si fidò di lui camminando in mezzo a due onde gigantesche che si ergevano dà grande muraglia, creando così una strada dà percorrere per arrivare sull’altra sponda.

Voglio usare questa immagine biblica perché ci è chiara sin da piccoli nella sua spettacolarità per dirvi che noi, ora, siamo come quel popolo, in quanto individui che non hanno un capo né un patriarca di cui fidarsi in maniera indiscussa se non il proprio intuito (cuore) e dobbiamo tuttavia attraversare il mare delle nostre incertezze, insoddisfazioni, disapplicazioni alla creatività per arrivare ad avere una vita soddisfacente e serena (la terra promessa).

Il grande passaggio evolutivo si chiama “fiducia in se stessi e fallo adesso”!

Quante volte ci ritroviamo a parlare della nostra vita frenetica che non ci dà il tempo di svegliarci la mattina e di arrivare alla sera e dirci: ma é già passata questa giornata? e più stanchi che dispiaciuti, rimaniamo con l’unica consolazione di abbandonarci ad un sonno che ci ripari almeno dai pensieri che non vorremmo avere?

In quel momento il nostro corpo astrale fa molto per noi. . . nel sonno i nostri corpi sottili lavorano moltissimo, spesso a nostra insaputa e ci rigenerano, ci riassettano , ci coccolano! Anche quando facciamo incubi, i nostri corpi sottili cercano di inviare alla coscienza del risveglio che qualcosa bolle in pentola. Spesso lì dimentichiamo. Spesso ci diciamo, che strano sogno. Eppure quel sogno siamo noi, tutta farina del nostro sacco, tranne quando qualcuno é fortunato ad incontrare i propri cari defunti o maestri che gli sussurrano all’orecchio magari un consiglio e che ricordano la nostra personale e individuale natura sottile e immateriale.

Noi siamo quello che sentiamo.

E sapete perché questo momento ci sta dando degli scossoni, purtroppo insieme al tremore della terra?

Perché é arrivata l’ora di sentire la nostra vera natura e di superare la paura perché quest’ultima non ci mette in comunicazione con il nostro cuore!

Il cuore, l’organo che ci tiene in vita, considerato come la parte elettrica più potente in noi, più dello stesso cervello,  spesso lo consideriamo come fuori di noi.

Eppure lì dentro c’é il nostro io, la nostra anima, la nostra memoria emozionale.

Lì dentro c’é il circuito dove la mente si incontra con l’emozione e fornisce una risposta, la famosa vocina che sentiamo ogni tanto parlarci dentro e che non le diamo quasi mai ascolto.  Quella vocina che sentiamo é la nostra risposta interiore, indiscutibile perché sincera. Vera e dà non confondere con il chiacchiericcio della mente, la mente scimmia. Perché,spesso, la mente,mente.

Questa vocina invece é la voce del cuore, é la voce del nostro volere più intimo e la voce della nostra essenza.

L’invito che ci sta chiedendo l’evoluzione é proprio questo. Capire in prima persona chi siamo e accettare il nostro positivo, luce e il nostro negativo,ombra.

Prenderne atto. Accettarci.

Accettarci vuol dire fare la propria conoscenza e diventare il padre e la madre di se stessi.  Amarci,disciplinarci, prendersi la responsabilità di chi siamo,cosa vogliamo,cosa facciamo. Con discernimento.

Entrare in contatto con il proprio cuore é anche sentire il dolore che ancora c’é dentro e cercare di placarlo non basta, tantomeno fare finta di niente e neppure esagerare nel dramma.

Bisogna comprendere l’illusione di vivere la vita impostata  spesso dà una mentalità,una religione, una politica.

E allora resettiamo. Si, come un computer. Aspettiamo un tempo breve per superare il caos che ne deriva e respiriamo e sorridiamo di noi. Immaginiamoci nella tomba. Morti. Fa paura? Eppure lo sappiamo dalla nascita che il nostro orologio  ha un tempo e prima o poi si fermerà, insieme al nostro cuore.

E sapete qual’é l’angoscia più grave? Il rimpianto. Il non aver dato ascolto al nostro cuore per paura.

Si può fare. Si può ri-organizzare tutta la nostra vita e a cascata, quella degli altri, ascoltando il nostro cuore.Con rispetto,amore,centratura.

Ascoltando la voce del cuore la paura cesserà  di esistere e non frenerà nessun passo o iniziativa.

L’importante è capire la differenza tra ciò che sono e ciò che vorrei essere, tra ciò di cui ho bisogno e ciò che desidero, tra  il desiderio dell’ ego – possesso – e il desiderio dell’ anima – amore incondizionato.

Per fare questo bisogna attraversare il mare della fiducia in se stessi, percorrere la strada e ringraziare le onde che si aprono senza travolgerci.

Ognuno cominci nel suo piccolo.

Ci sarà un giorno che i nostri cuori elettrizzeranno il mondo, e la luce ci farà strada.

Anche chi ama la vita in maniera carnale e poco spirituale, e cioè  chi é attratto dalla ricerca del potere-successo, sessualità, possesso, non può non sentire il caos incombere anche su questa scelta di vita. Molti valori stanno perdendo colore, significato, come lo stesso i piaceri materiali.

Il resettare é di tutti, di chi vive la vita in un modo e di chi la vive in un altro.

Ancora poco tempo poi si é fuori. Fuori dalla linea temporale dell’evoluzione. Fuori o dentro perché il caos coprirà molte volontà.

Ci sarà una umanità che vivrà anche quando sogna ed una che sognerà pensando di essere sveglia.

A noi la scelta.

VENTO FRESCO D’ESTATE

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E’ una giornata di vento fresco, arrivato all’improvviso in mezzo ad una estate calda. Molecole di aria elettrizzante avvolgono il nostro corpo astrale e lo permeano di “passato”.

Dagli abissi dell’oceano chiamato nostalgia affiorano i ricordi che accarezzano le guance, inumidiscono gli occhi e vanno subito via, insieme allo stesso vento che li ha portati con sé .

Il passato è andato e il presente dona immediatezza ai nostri bisogni e speranza ai nostri “progetti” non ancora avviati e che hanno preso il posto di antichi desideri, superati ed astratti per i tempi attuali.

Il “desiderio” è stato il sentimento che si permetteva l’anima che doveva evolversi attraverso delle sfide spesso egoiche, esso portava forza, fatica e speranza, spingendo il nostro corpo astrale verso mete ambiziose.

Le prove da sostenere erano dure, molte le crisi esistenziali, la vita si proiettava sempre verso il dopo, il domani, il futuro, affaticando la mente che, caricandosi di pensieri a sostegno del desiderio, cercava invano la quiete e una presenza.

La mente e l’emozione si ribellevano alla alienazione di una vita reale vissuta come poco soddisfacente o non completa e si caricavano di una adrenalinica ricerca: trovare la strada per esaudire il desiderio, riprodurre in proprio una copia della lampada di Aladino, raggiungere il sogno, la chimera, impersonificare il mito, l’attore, l’artista, l’imprenditore, bruciare nella passione stessa che travolge, nella ricerca del fuoco sacro, dell’identità, della carne e dello spirito.

Oggi il desiderio è superato dal progetto di responsabilità e presenza.

Anche se non ce ne accorgiamo, anche se tutti noi ci sentiamo stanchi e depressi da una Società che non funziona, anche se non sappiamo bene cosa accadrà al nostro immediato futuro, le nostre anime si stanno evolvendo ed è da questa consapevolezza che noi tutti dovremmo trovare il seme della rinascita e del nuovo mondo.

Questo vento fresco, arrivato all’improvviso nel mezzo di una estate calda ci sta dicendo “svegliatevi!”, “siate presenti a Voi stessi come agli altri, create il Vostro quotidiano e vivetelo nel migliore dei modi, sentite sulla pelle la mia carezza fresca ma sentite anche il mio schiaffo, come quello di un genitore ad un figlio sgarbato e che, con quel gesto, vuole indicargli che è arrivato il tempo della responsabilità e della crescita”…

Non credo ci sia più tempo da perdere in progetti illusori, anche i ragazzi e i giovani adulti sono di questo avviso. Vedo molti studenti demotivati dal raggiungimento della laurea e li capisco, comprendo la loro frustrazione nel pensare che dopo si dovranno accontentare di un qualsiasi lavoro, spesso non compatibile con gli studi intrapresi e a conforto e supporto vorrei dire che hanno dalla loro parte una grande possibilità, quella della cultura e delle informazioni e sono proprio queste ultime che devono essere riappropriate attivamente dalla coscienza di chi studia. E’ dello studente il corso di studi, è di chi la consegue la laurea. La cultura è di chi la apprende e la fa sua, di chi mette a disposizione la sua risposta, la sua capacità, indole, creatività.

Studiamo attivamente, ricerchiamo, sentiamo veramente cosa non ci piace di quello che stiamo leggendo e troveremo molte risposte alle nostre perplessità, qualora ovviamente, ce ne siano.

Non c’è tempo da perdere per diventare “qualcuno” o inventare “qualcosa”, chi sta nel presente e nell’immediato, crea ed è creatore.

La Società alimenta il mito, ogni epoca, passaggio generazionale, riscalda le coscienze di fuoco e di illusione e fagocita e controlla il cambiamento, divora tutto ciò che non risponde alla richiesta del potere economico.

Create, fidatevi di Voi e conosceteVi profondamente, ognuno di noi sa chi è,  si può riconoscere come unico e irripetibile, può riconoscere il proprio passato e ricongiungerlo al qui ed ora, farne tesoro.

Fare tesoro del proprio passato è accettare le radici, la famiglia di origine, la nostra azione e re-azione, mettere la parola fine al film che ha programmato la nostra anima venendo al mondo per fare esperienza e, finalmente, ORA, vivere l’evoluzione, una nuova vita.

Facciamo nostra l’umanità.

La terra è della terra, Il mare del mare, il cielo del cielo, L’uomo è dell’uomo.

L’anima è del mondo intero e anela la perfezione.