Buonanotte mamma

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Ieri sera mia madre mi ha fatto piangere lacrime di tenerezza miste ad una pungente nostalgia dei tempi passati, quando io ero una bambina dal carattere mite e lei una donna giovane e forte, aggressiva al punto tale da farmi spesso allontanare da lei, soprattutto nella adolescenza.

<sai tiziana, ho comprato delle “boccette” che si mettono nella corrente e ammazzano le zanzare!> mi dice al telefono con un tono soddisfatto di chi ha appena fatto una scoperta e, continuando <ho chiesto al ragazzo che mi abita a fianco di aiutarmi perché quando ho aperto la confezione non sapevo come fare..>.

<Brava!> le ho risposto in automatico, mentre mi assaliva il dispiacere di non averla potuta aiutare io come spesso succede nelle piccole cose quotidiane che sono così importanti per una donna che, a 88 anni, vive da sola ed è per volere del cielo, del suo karma e del suo DNA, autonoma e dignitosamente indipendente.

Quel “Brava” automatico ma sincero che risuonava nell’etere si portava dietro la mia riflessione che, a poco a poco, quella madre che mi ha partorito, allattato, svezzato, educato, curato e cresciuto, sta scomparendo donando il posto ad una simpatica e bella “vecchietta” che ispira protezione, attenzione, rispetto e che mi sorprende nel suo essere così gioiosa e attaccata alla vita…

Mia madre ha azzerato gran parte delle sue esperienze e pratiche di casalinga, sarta, madre, moglie e ha trattenuto a sé , a farle compagnia nel suo quotidiano, i ricordi più belli e i meno belli, accuratamente custoditi in una camera di memoria che le concede il lusso di averli sempre vivi e lucidi in modo che, quando li racconta a noi figli e nipoti, sono ricchi degli stessi particolari che fanno del suo ricordo il suo personalissimo e autoriale ricordo, ricominciando ogni volta la serie della milionesima puntata dicendo:<ti ho mai raccontato di quando…>

Lei non si accorge mai dei nostri sguardi che cercano in giro un po’ di distrazione per sottrarci alla stessa musica di un vecchio disco che si incanta, anzi, si rallegra molto quando alla fine del suo racconto noi le sorridiamo, perché tutti noi le sorridiamo sempre alla fine : Noi le confermiamo la condivisione del ricordo e siamo i custodi delle sue memorie; noi siamo il proseguo delle memorie della sua famiglia.

La madre è una parte importante della nostra memoria, il pozzo profondo dove si trovano le nostre emozioni, esperienze, azioni e re-azioni, dove possiamo trovare il piacere e il dolore, la gioia e la rabbia, la paura e l’amore, l’amore incondizionato… Pensate che quest’ultimo si possa provare senza aver prima elaborato e attuato il “perdono” alla nostra mamma? Il perdono di quei “torti” subiti da bambini e poi da adolescenti che abbiamo vissuto, memorizzato e accantonato più in là negli anni e nello spazio ma che si muovono nei corridoi impolverati della mente come voci lontane che dicono ancora “mi facevi mangiare quella pasta che a me non piaceva!” o “sei ingiusta!” o “tu non mi capisci!” o “non mi hai fatto uscire questa me la segno!” o “non ti importa di me” o “voglio stare scalza!” o “non voglio la maglia di lana!” o “non hai saputo consigliarmi” o “mi hai attaccato l’ansia” o “…….” e ancora e ancora e ancora…

Queste frasi, tutte, vivono nel nostro corpo emozionale che le nutre in un piccolo angolo del nostro corpo mentale e le tiene chiuse a chiave.

Se provate ad aprire quella serratura e fate uscire quelle frasi, voci, ricordi e li lasciate andare ad uno ad uno, accettando le vostre verità ma anche le vostre esagerazioni, avrete la possibilità di perdonare nel più profondo del vostro cuore vostra madre e perdonare Voi stessi, in prima persona, delle vostre re-attività (che sono un legame) e di quanto siete attaccati a quei ricordi che vi fanno purtroppo da alibi per non cambiare veramente e definitivamente le cose che di voi non vi piacciono.

Perdonare la madre è prendersi la responsabilità della nostra vita e di chi siamo, al cento per cento.

E’ essere liberi, sorpresi dallo scoprire che tutto ciò che ci è capitato (anche quel tipo di madre) ha un senso, che noi siamo arbitri del nostro destino, responsabili della nostra salute e nutrizione, delle nostre intenzioni ed emozioni, delle nostre scelte, della nostra evoluzione.

Tornando a ieri sera, continuo la telefonata con la exgiovane-vecchia guerriera dicendole <Ma stai con le finestre chiuse o aperte?>

<No> , risponde, <sono con le finestre chiuse, ho l’aria condizionata>.

<Allora mamma spengi il bottoncino bianco che sta sulla presa antizanzara>.

<Ma quale bottoncino?> mi fa.

<mamma c’è un bottoncino, spengilo perché non ti fa bene dormire con l’antizanzara acceso e le finestre chiuse, può essere tossico!>

<Aspetta, dammi un minuto che sono a letto e mi alzo per andare a vedere…>

Dopo qualche minuto torna al telefono e mi dice <E’ VERO! C’è la lucetta rossa e adesso ho spinto il bottoncino e si è spenta!!>.

<BRAVA!!> esclamo nuovamente io, con un cuore pieno di amore per la voce di mia madre contenta di aver fatto un’altra scoperta nella scoperta.

<Allora Buonanotte cara..> mi dice serena.

<Buonanotte mamma, Buonanotte>.

Dormi bene mamma, dormi serena. Hai fatto di me una donna ed una figlia felice. Ho attraversato con te la convivenza di due caratteri molto diversi e nella quiete e nella burrasca ha vinto sempre l’amore.

Buona notte vecchia guerriera, è sacra la tua gioia di vivere.

 

CHE CALDO :SOMBRERO O MAGLIETTA SUDATA?

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SOMBRERO O MAGLIETTA SUDATA?

Arriva il caldo e i nostri corpi sottili reagiscono….

 Quando parlo di corpo denso e corpi sottili è per descrivere il nostro “sentire” in più piani di esistenza ed è ovvio che noi siamo UNO e che il nostro sano equilibrio dipende dalla consapevolezza di chi siamo, come stiamo, cosa vogliamo. Accettando tutto ciò che ci arriva come risposta alle nostre  riflessioni, dobbiamo approntare subito un aiuto alla nostra richiesta di bisogno e soprattutto farlo  e basta, senza giudicarci e non dimenticarci mai che, se vogliamo stare bene ed essere utili anche agli altri, il primo aiuto da dare è a noi stessi.

L’equilibro è il contatto con la nostra unità che ottiene la “centratura” perfetta di mente sana in un corpo sano e …. Uno Spirito attivo!

In questi giorni è arrivata l’estate, il grande caldo ci fa sudare, accelera o diminuisce i battiti del nostro cuore, ci asseta, ci toglie l’appetito (peccato non quello di pizza e gelati (!)) e ci fa sentire con poche forze.

Siccome e per fortuna non siamo tutti uguali , la nostra reazione al caldo è divisibile (per semplificare) in due categorie: c’è chi reagisce diventando “ipo” e chi reagisce diventando “iper”.

Al di là delle spiegazioni fisiologiche e scientifiche dove ognuno può trovare il perché si comporta così (vedi ad esempio un mal funzionamento del metabolismo o della circolazione o del fegato, ecc.) è divertente notare gli opposti delle due reazioni IPO-IPER:

  • IPO diventa apparentemente cordiale e lento, parla poco, si muove piano e desidera un bel “sombrero” sulla testa e sotto al quale, magari sorseggiando una bibita, possa incontrare  prima o poi una lieve frescura….;
  • IPER diventa apparentemente scontroso e agitato, parla velocemente, si muove frenetico facendo più cose insieme e desidera fermarsi soltanto per cambiarsi la “maglietta sudata” ottenendo così la sua pausa di rinfresco e meritato ristoro….

Se vi va di divertirvi a seguire questo mio viaggio, proseguo ricapitolando le due categorie, definendole:

  1. Categoria A o categoria IPO o categoria del  “SOMBRERO
  2. Categoria B o categoria IPER o categoria della “MAGLIETTA SUDATA
  1. Sono naturalmente esclusi dalle suddette categorie chi si rinfresca perennemente con l’aria condizionata J!!

Avremo quindi:

  • CAT. A  o CATEGORIA DEL “SOMBRERO 
  • Nei corpi sottili sarà la categoria del “CONTROLLO” e della “RICERCA”
  • CAT. B o  CATEGORIA “MAGLIETTA SUDATA
  • Nei corpi sottili sarà la categoria del  “COMANDO” e della “VEGGENZA”

 

VEDIAMO MEGLIO cosa succede in una giornata di grande caldo, nei diversi piani sottili:

CATEGORIA DEI “SOMBRERO”  =-  “CONTROLLO”  E  “RICERCA”:

CORPO FISICO      

FERMO E APATICO – BISOGNO DI STARE IMMOBILE E IL CAPO IN OMBRA.

CORPO MENTALE                           

CERCA PUNTI FERMI E IL CONTROLLO DELLA PROPRIA ENERGIA FISICA E DEI PROPRI PENSIERI.

CORPO ASTRALE

SIAMO NEL CONTROLLO, QUINDI SI AVRA’ UNA EMOZIONALITA’ LEGATA ALLA RICERCA DI QUIETE E DI ACCETTAZIONE-RASSEGNAZIONE, CON DEGLI ACCENNI DI VITALITA’ IMPROVVISA CHE PORTERA’ BUONUMORE E ALLEGRIA MA ANCHE PICCHI DI MALINCONIA E SENSO DI INADEGUATEZZA.

CORPO SPIRITUALE                       

CHI SI RICONOSCE IN UNA RELIGIONE  PROBABILMENTE PREGHERA’ PER INNALZARE IL SUO LIVELLO DI APATIA  MA SI RITROVERA’ PRESTO ADDORMENTATO DOVE, NEL SONNO,  IL CORPO ASTRALE SI AGITERA’ IN SOGNI MOLTO INTERESSANTI: IN QUESTI CASI SI POTREBBE FARE ESPERIENZA DI SOGNI LUCIDI, SOGNI PREMONITORI E CONTATTI CON GLI SPIRITI DEFUNTI.

CHI NON HA RIFERIMENTI RELIGIOSI AVRA’ COMUNQUE UN IMPEGNO CON IL PROPRIO STATO DI COSCIENZA CHE SI ELEVERA’ IN PENSIERI DI COSCIENZA SUPERIORE O ANIMICA E POTRA’ AVERE DELLE INTUIZIONI IN STATO DI VEGLIA.

 

CATEGORIA DEI “MAGLIETTA FRADICIA DI SUDORE”  =-  “COMANDO” e “VEGGENZA”:

 

CORPO FISICO

IN MOVIMENTO E REATTIVO – BISOGNO DI CAMBIARSI LA MAGLIA SUDATA.

CORPO MENTALE

OCCUPATO ALLA RICERCA DI COMANDO DI AZIONE – IPER PRODUZIONE DI PENSIERI CHE VIAGGIANO IN COMPLETA ANARCHIA , COME ARRIVANO SI DIMENTICANO.

CORPO ASTRALE

SIAMO NEL COMANDO QUINDI SI AVRA’ UNA EMOZIONALITA’ LEGATA ALLA RIGIDITA’ E AUTARCHIA. SI AVRANNO ACCENNI DI PREGIUDIZIO VERSO CHI STA TROPPO FERMO, SENSO DI ONNIPOTENZA, LIEVI AMNESIE, FLASH IMPROVVISI DI COMPASSIONE VERSO SE STESSI E VERSO GLI ALTRI. AFFATICAMENTO CHE NON CONCEDE RIPOSO.

CORPO SPIRITUALE

CHI SI RICONOSCE IN UNA RELIGIONE  PROBABILMENTE  ALZERA’ IL SUO LIVELLO DI IMPEGNO IN ATTIVITA’ DI CARITAS E SOCCORSO. IL SUO CORPO SPIRITUALE SPINGE IL CORPO ASTRALE AD ESSERE CONCENTRATO NELLA MISSIONE.

CHI NON HA RIFERIMENTI RELIGIOSI AVRA’ MODO, NELLA SUA IPER ATTIVITA’ DI FARE ESPERIENZA DI SDOPPIAMENTO; IN QUESTO CASO SENTIRA’ IL CORPO FISICO MUOVERSI NEL TEMPO E NELLO SPAZIO MENTRE PERCEPIRA’ IL CORPO SOTTILE MENTALE COME  UN GRANDE OCCHIO AL DI SOPRA DELLA PROPRIA TESTA  CHE VEDE TUTTO E PERCEPISCE OLTRE.  A VOLTE SI POSSONO FARE ESPERIENZE DI  VEGGENZA…

 

RICAPITOLO FINALE:

 

CATEGORIA A = IPO = SOMBRERO = CONTROLLORE E RICERCATORE:

                                                              LUCE

       SPIRITOSO                            RICERCATORE                   INTUITIVO

                                                             OMBRA

           TRISTE                                   INSICURO                     SONNOLENTO

 

 

CATEGORIA B = IPER= MAGLIETTA SUDATA =  COMANDANTE E  VEGGENTE:

                                                                      LUCE

       COMPASSIONEVOLE                       MISSIONARIO                           GURU

                                                                      OMBRA

                GIUDICE                                     SCONTROSO                      MATERIALISTA

 

 

E tu… a quale categoria appartieni ?   🙂   😉

 

 

 

ALLERGIA E CORPI SOTTILI

 

 

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Allergia e Corpi sottili

Nel mio libro “Il mio nome è Es’Eker-et” (Rapsodia Edizioni) scrivo dell’aspetto sottile di molti organi del corpo umano e, volendo in questo articolo parlare di cosa succede nel nostro  “corpo mentale” e nel “corpo astrale” quando si è vittime di allergia, Vi cito, come premessa, una breve descrizione dei polmoni che ho preso dal  libro:

“””” Ogni organo ha filamenti invisibili collegati con gli altri organi e vanno oltre la nostra “aura”. Attraversando dei punti particolari del corpo, il denso si incontra con il sottile. I polmoni, essendo gli organi della respirazione, sostengono il corpo e lo preservano da aria eventualmente non idonea. Sono avvertiti attraverso l’olfatto del tipo di aria che respiriamo e sono in grado di espandersi, aiutati dal diaframma, o di fermarsi addirittura (anche se non per molto), assicurandoci sempre e comunque la magnifica ossigenazione di cui il nostro corpo si nutre. I filamenti dei polmoni sono collegati, nel mondo sottile, attraverso lo sterno, da qui si estendono come fossero anemoni di mare dai lunghi steli che, allungandosi da una parte e dall’altra, creano un canale lungo lo sterno, dove passano parecchie informazioni.

E’ così che i filamenti “abbracciano” l’aria; attraverso uno stato emozionale bello e amorevole le nostre braccia sono in espansione così come lo sono i filamenti invisibili dei nostri polmoni. Le braccia (soprattutto nella parte sotto ascellare) e i polmoni, vibrano di buona armonia, come avviene per esempio in un abbraccio sincero, infatti, se qualcuno o qualcosa non ci piace o non lo capiamo entriamo in allarme e il nostro respiro rallenta, l’aria si deposita nei polmoni, i filamenti allora fermano il movimento esterno e si paralizzano: allarme!! Così viviamo l’allarme, Il cuore incomincia a battere velocemente e tutto il ritmo si modifica, da leggero e sereno diventa pesante e veloce. Il nostro sterno percepisce il canale modificato perché lo avverte come vuoto e, poco dopo, come un finissimo dolore arriva all’organo custodito all’interno della cassa toracica: il nostro cuore…””””

 

Come avete potuto leggere i polmoni sono una parte del nostro corpo che ha a che vedere con la “accettazione” e il “rifiuto”, con l’”accoglienza” e la “selezione”, con l’”espansione” e la “contrazione” ed è proprio attraverso i polmoni che ci assicuriamo l”indipendenza” ed elaboriamo la “separazione”.

L’aria che respiriamo ci permette di stare in vita, la inspiriamo ed espiriamo senza ricordarci che in essa circola e agisce il prana di ogni individuo e di tutto l’universo!  L’aria come l’acqua è di tutti e va protetta sia nel mantenere la sua purezza che nel respiro consapevole che ci permetterà di rilevarne l’amore che ci circonda e dove è custodito il potere della guarigione.

Quando è primavera l’aria cambia ed è quanto mai scontato dire che, soprattutto al suo esordio, ci fa sentire un po’ stanchi e sottotono. Così come cambiano le stagioni e trasformano la natura, così cambia il nostro corpo e la nostra disponibilità ed aspettativa e, quest’anno in particolare dove l’inverno non c’è stato, il caldo improvviso ha portato in anticipo i pollini nell’aria che ci hanno maggiormente sorpreso e infiacchito, aumentando di molto il numero delle persone allergiche.

La nostra sottile esperienza di “separazione” da una stagione che passa e di “adattamento” ad una stagione nuova e che ci invade di pollini, ci tocca proprio nel respiro: dentro e fuori, inspiro ed espiro, desiderio di aria leggera e pulita contro quella che subiamo come aria “calda e pesante”. E’ chiaro che con queste premesse, il naso si chiuderebbe a tutti e chi è allergico stabilisce una vera e propria lotta, barriera, difesa, chiusura e reattività!

A questo punto, l’allergico, si difenderà dando corso a cure pronte in suo aiuto: antistaminici, cortisonici, antibiotici, antiinfiammatori, in tutte le forme e le modalità.

Usando questo tipo di interventi se da un lato e per fortuna ci aiutano a non vivere la brutta esperienza di apnea, asma, tosse, rinite, ecc., dall’altro aumentano il nostro senso di fiacca, di vuoto e di disagio finché la stagione si metterà in equilibrio e noi ci equilibreremo appresso a lei.

Se qualcuno volesse fare l’esperienza dell’aspetto sottile della propria allergia, dovrebbe ispirarsi alla parola “separazione”.

E’ questo tipo di “schoc” che viviamo nel nostro corpo mentale, per quanto siamo contenti della bella stagione in arrivo, noi ne subiamo la potenza della sua manifestazione in natura  e se siamo in una fase personale “particolare” emotivamente e mentalmente, se, ad esempio, stiamo vivendo uno stress da lavoro, una relazione difficile, un problema economico, ecc., sicuramente il nostro sistema immunitario si abbasserà maggiormente e la nostra allergia, si scatenerà in maniera senz’altro più violenta delle volte precedenti.

L’allergia ci travolge anche nei periodi che siamo in equilibrio ma, il nostro modo di viverla, è sicuramente più fluido e meno reattivo: quando si sta in equilibrio, nel corpo mentale, emozionale e spirituale, il fisico si lascia attraversare dalla malattia ed ha più possibilità di “recuperare” e di “risanarsi”.

Avranno fatto caso gli allergici che se si commuovono e piangono per una emozione sincera, dopo un primo momento di congestione delle mucose, le narici si liberano pian piano fino a sostenere un periodo lungo di respirazione con narici libere.

Se invece si piange per rabbia, si avrà un primo momento di congestione delle mucose e un secondo momento con un piccolo accenno di apertura delle narici che si richiuderanno quasi subito e più di prima.

Stessa cosa succede quando si ride!

Se si ride in modo sereno e gioioso l’allergia avrà un percorso di apertura e miglioramento della respirazione e della eventuale tosse quasi subito, se, invece, il riso è di tipo nervoso ed esasperato, l’allergia, dopo un primo accenno di benessere per via dello scarico energetico della risata, tornerà a chiudere ed infiammare le mucose del naso e della gola molto più di prima.

Quanto sopra vale un po’ per tutti i malanni, un equilibrio è tale quando si ascolta la propria condizione fisica e la si consapevolizza attraverso pensieri ed emozioni che supportano lo stato energetico di quel momento.

Se io ho un attacco allergico dove il mio naso è chiuso, ho la tosse, i miei occhi lacrimano e mi sento fiacca mi aiuterebbe senza dubbio stare in contatto con il mio sentire e invece di combatterlo dovrei capire quanto l’agente allergico che mi entra nelle narici e mi mette in difficoltà è il mio nemico e incominciare un gioco di conoscenza e di risposta attiva, cercando  ad esempio, di mantenere le narici morbide e sciogliere la loro congestione con dei movimenti circolari fatti con i polpastrelli alle radici del naso e alla sua base, in mezzo le sopracciglia.

Usando il polpastrello del dito medio o dell’indice potremmo fare cinque movimenti circolari prima in senso orario e poi antiorario su ogni “punto marma” (V.figura) insistendo intorno al naso e sulle sopracciglia ed accorgerci di un beneficio immediato.

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Invece di combattere questo “nemico” che invade il mio “spazio-aria” è bene conoscere quanta forza ha su di me e quanto io posso proteggermi da lui, lavorando sul respiro sottile e consapevole, adottando tecniche di rilassamento e digitopressione e sapere che bastano pochi minuti per ridare equilibrio e benessere al mio corpo, anche quando sto in difficoltà.

Forse potremmo sconfiggere questo “nemico” oppure tenerlo a bada non stando male più di tanto, accettandone il temporaneo passaggio, come fanno le foglie degli alberi con il vento, ci potremo fare attraversare dalla allergia consapevoli del “tutto compreso”, di cosa è che mi da fastidio, di come sto io in quel momento, di quanto posso fare per stare meglio, escludendo i farmaci ovviamente se voglio sentire il lato nascosto del mio malessere stagionale e ricorrendo magari, oltre alle tecniche su citate, ad aiuti più naturali, come gli oli essenziali (con moderazione perché sensibilizzano le mucose), i fitofarmaci (ad.es. Il Ribes nigrum gemmoderivato), gli omeopatici (ad. es. ottimo è Sinalia), i suffumigi (fantastici, spesso il calore aiuta a decongestionare) e non ultimo, l’argento colloidale da mettere nelle narici.

Altra considerazione interessante è quella di sapere cosa succede al nostro “corpo astrale” durante l’allergia.

Come fosse una esatta copia di noi stessi, il corpo astrale fluttua circolarmente intorno a noi e si dirige per poi fermarsi poco sopra la nostra testa, nella parte sinistra.

Da lì è in un ritiro malinconico  dove il senso di solitudine e di abbandono lo tengono “bloccato” a guardare in lontananza. Il corpo astrale si sente come fosse un uccello dalle ali  ferite e che non può volare, si sente come chi ha perso la fiducia nel proprio movimento e la visione del proprio futuro immediato.

Come il corpo denso, il fisico, nell’allergia è pervaso e investito da iper produzione di muco e di “acqua”,  il “corpo astrale” viene spinto verso l’alto da una “emozione-acqua” dove si racchiude ed elabora. Questa emozione si chiama: sfiducia……….

Se noi avvertissimo questa divisione sottile tra il corpo mentale, occupato a tener fronte al disagio di depressione fisico-energetica ed il corpo astrale, occupato ad elaborare la sfiducia, potremmo intervenire per ritrovare l’equilibrio facendo esercizio fisico! Con un buon esercizio fisico, il metabolismo migliora, i canali respiratori si aprono e il nostro umore cambia e così l’allergia che migliora.

Ecco il vero motivo e l’importanza di ascoltare il lato nascosto delle cose, attraverso la consapevolezza dei nostri corpi sottili, noi possiamo prendere maggiore forza e comprensione di come stiamo, cosa ci succede, cosa possiamo fare e una volta compreso, auto curarci e quindi : RE-AGIRE.

Ricordiamoci che ogni cosa che possiamo fare per noi stessi e per la nostra salute è un atto d’amore.

 

 

Capodanno …… a primavera

Capodanno …… a primavera

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Ho passato lo scorso capodanno con l’influenza e, nonostante la tosse e il naso chiuso mi invitassero a starmene da sola e a letto, ho brindato con i miei cari, cercando fino all’ultimo di rimanere presente alla serata e salutare il passaggio che si davano il 2015 con il 2016.

La sera della vigilia ho sempre un momento di meditazione, dove cerco le cose buone accadute nell’anno che se ne va per ringraziarle, guardo quelle non buone con il cuore aperto e ne accolgo il senso che comunque l’esperienza vissuta mi ha lasciato e, fatta pulizia, mi concentro sui buoni propositi  per l’anno a venire che si rendono chiari in una intuizione tipica di quella serata.

Ogni capodanno infatti cerco una “massima” dove dirigere il mio lavoro spirituale nel nuovo anno.

Quest’anno è stata: “Signore (la mia religione è per la fratellanza unita) , fammi trovare la strada e fammi vedere bene…”

Al di là delle mie vicende personali e quindi del perché mi fosse uscita questa massima dal profondo del mio cuore, ne sono rimasta lì per lì  un po’ sorpresa e, soltanto oggi, a distanza di tre mesi, comincio a coglierne il vero significato esoterico.

Ad oggi, non possiamo dire di avere avuto un inverno vero e siamo tutti molto disorientati di come abbiamo visto passare questi mesi tra un accenno di freddo e molti falsi avvisi di primavera, avvisi che ci hanno anticipato purtroppo le varie influenze viscerali e allergie, accompagnate da un senso di “stanchezza”, tipica astenia primaverile.

Insomma, il tempo ci ha sorpreso e deluso nella temperatura non appropriata alla stagione invernale e con i suoi colori riflessi sulla natura ci ha fatto “vedere” colori incerti, cosicché anche il nostro umore si è unificato a questa “incertezza” e “astenia”, nonostante, nel frattempo, di cose ne sono successe veramente tante!

Guerre, crisi economiche, attentati terroristici, incidenti, perdite di denaro, lavoro, lutti, continuano a scorrere nei nostri pensieri, creandoci disagio, angoscia, rabbia, paura , ma noi continuiamo ad essere come quei colori incerti sulla natura, diciamo siamo “ovattati”.

Qualcuno mi dirà no, non è così, io leggo i giornali, seguo le notizie, mi informo, mi arrabbio, sono sveglio e pienamente cosciente di quello che sta succedendo.

Ed io gli rispondo, sì, hai ragione, tu sei informato, sveglio, attento e cosciente di quanto sta succedendo nel mondo ma ti chiedo anche: come ti senti? Come avverti la tua energia?

Noi siamo “ovattati”; siamo informati sì, addolorati sì, impauriti siii, depressi forse, ma energeticamente, siamo POCO PRESENTI.

Ci stiamo abituando così tanto a difenderci dall’angoscia, dall’ansia, dall’impotenza e dalla paura per gli accadimenti di questi ultimi anni “coprendoci” con un sottile velo di “anestetico emozionale e mentale”.

Immessi, inconsapevolmente in una forma di difesa che se vogliamo essere compassionevoli con noi stessi ci aiuta a non deprimerci ulteriormente di fronte tutto questo che viviamo, dobbiamo essere coscienti che la stessa difesa, ci allontana da una direzione, scelta, STRADA e ci rende miopi, o meglio non ci fa VEDERE BENE.

L’equinozio di primavera è arrivato con un cielo nuvoloso e due tragedie dove sono morte tante persone innocenti.

La prima, l’incidente del pulmann che portava in viaggio studentesse dell’Erasmus di varie nazionalità che, per un errore umano dell’autista (sembra avesse CHIUSO  gli OCCHI)  ha spezzato tante vite, infranto tanti sogni, sorrisi, progetti, facendo piombare su ogni famiglia colpita il dolore di un lutto al posto di un ritorno della propria cara figlia e facendo entrare nelle nostre case la solidarietà per il loro dolore e l’angoscia di quanto il destino potrebbe riservare a chiunque di noi.

La seconda tragedia, ancora più grave, essendo stato un atto terroristico dove ci sono stati tanti morti e centinaia di feriti ci ha colpito e addolorato nell’anima, non solo per l’orrore e l’impotenza che ci invade ma per VEDERE ledere e demolire la nostra sicurezza nella quotidianità di quei luoghi colpiti e in quegli orari che ci fanno sentire potenziali future vittime e ci conferma quanto siamo stati bruscamente risvegliati da una tranquillità sociale che, evidentemente, così tranquilla, non era.

Qui mi chiedo:

Cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo mondo quotidiano, per non rimanere incastrati in questa sorta di “ovattamento” che abbiamo adottato per difenderci ed abituarci Erroneamente all’idea che siamo senza speranza?

Cosa possiamo fare per non abituarci all’idea di essere uccisi, in un attentato, dal vicino di casa perché impazzito, perché si addormenta l’autista di un veicolo pubblico che lo sta trasportando?

Dobbiamo forse pensare che allacciando le cinture (dei pantaloni, di sicurezza), barricandoci nelle nostre case, alzando i muri dei nostri confini, vivremmo più tranquilli?

Una risposta certa non c’è, però mi ritorna la mia “massima” di capodanno.

Scegliamo di essere svegli, vigili, disciplinati, comprensivi e GUARDIAMO chi abbiamo di fronte, dietro, di lato, chi è il nostro vicino di casa, il nostro collega, il conoscente, senza pregiudizi ma con obiettività e presenza. Non siamo noi la “Intelligence” certo, ma dovremo fare tutti, in prima persona, un lavoro di pulizia e di attenzione, USCIRE insomma, dal nostro “OVATTAMENTO”.

Energeticamente l’”ovattamento” avvolge il nostro “corpo emozionale” (emozioni, reazioni, percezioni) e “corpo mentale” (pensieri, coscienza, discernimento) creando una sorta di bolla eterea dove ogni nostro sentire emozionale e mentale rallenta e si muove stretto nello stesso spazio, lasciando “nudo e indifeso” il nostro “corpo denso” (il nostro fisico) e il nostro “corpo spirituale” (la nostra fede, quale essa sia e di qualunque religione).

Quando le emozioni e la mente viaggiano in sintonia tra loro, giocano tra un sentire e un riflettere veloce, attraverso prove di coraggio, di accettazione e di introspezione, trovano alla fine una strada di unione, in questo caso ci possiamo definire delle persone coerenti e in armonia con la nostra persona-personalità.

Quando invece, le emozioni e la mente sono compresse, perché influenzate spesso da fatti che creano disagio, paura e angoscia, esse sono costrette a fare un identico e ripetitivo percorso, la loro strada si accorcia e schiaccia il nostro umore e le nostre riflessioni, facendoci diventare vibrazionalmente statici, apatici e poco reattivi. Diventiamo “ovattati”.

Tornando al corpo denso (il fisico) è lasciato  più “indifeso”  con queste vibrazioni emozionali e mentali di bassa frequenza e la sua “salute” viene messa a dura prova dall’alternarsi di stati di benessere e di apatia, dagli stati di stress reattivo e di depressione.

Al contempo, in questo quadro di bassa frequenza, il “corpo spirituale” è lasciato ancora più indifeso:  distaccato dalle emozioni e da pensieri positivi, si connette e si eleva in una preghiera che perde di forza e di fede: lo spirito incarnato non può non avere una STRADA da percorrere lungo il suo cammino…..

Usciamo quindi dalla “incertezza” che ci rende deboli e dipendenti di un sistema sociale che non è più valido e tantomeno ripetibile.

Prendiamo sul serio il nostro lavoro, qualunque esso sia, diamo un senso civico e collaborativo alla nostra vita.

Capiamo che non possiamo più ricevere tutti i rifugiati perché non sappiamo dove metterli ma che non sono i nostri nemici e obblighiamo i nostri politici a fare un piano di smistamento, proponiamo loro , rischiamo nelle idee, potrebbero essere le migliori.

Capiamo che i terroristi che ci hanno colpito finora sono nelle nostre città, ci sono nati, parlano le nostre lingue e dialetti, essi non sono persone disperate ma  hanno SCELTO di uccidere, in nome di un falso dio, di un diritto, di mille rivendicazioni.

GUARDIAMO, OSSERVIAMO, e sviluppiamo invece che odio, diffidenza , indifferenza, l’ATTENZIONE.

GUARDIAMOCI, senza paura, tanto quella, oramai, è nel nostro DNA, potremmo anche tenerla a bada, magari conoscendola, potremo anche superarla.

SCEGLIAMO i nostri amici, Scegliamo l’informazione ma con discernimento.

PARLIAMO. Parliamo di tutto, di quello che ci accade, delle nostre perplessità, confrontiamoci ma non sprechiamo tempo ad offenderci in liti inutili.

Confrontiamoci e troviamo un accordo, cerchiamo insieme, un modo per uscire da una comunicazione vecchia, da concetti vecchi, da un mondo vecchio.

SCEGLIAMO UNA STRADA E VEDIAMOLA BENE.

Io , nel mio piccolo, intanto scelgo la pace.

La pace è nelle mie intenzioni, nelle mie parole, nei miei pensieri, nelle mie preghiere.

Nel mio piccolo quotidiano scelgo la pace e cerco di vedere bene, sto facendo di tutto per osservare quello che mi circonda attraverso tutti i sensi e forse, un giorno, imparerò a vedere bene anche senza occhiali.

Proviamoci, La vita è un dono e anche un diritto e gli anni passano….

Capodanno ...... a primavera

Tiziana crivelli

Es’eker-et

FIGLI…..

2016-02-16 11.09.08

Avere dei figli è una cosa meravigliosa, è dare e ricevere amore, educare ed imparare, insieme, l’esperienza del “crescere”.
Ho sempre fatto fatica a dire: “mio figlio”. Non mi è mai piaciuta la parola “mio”. Ho sempre sentito un gran rispetto per l’altro da me, anche nel caso di “mio” figlio.
Un figlio è un regalo, un dono, un figlio che si è desiderato o a volte anche non voluto è comunque una persona venuta da chissà quale mondo, arrivata sulla terra a condividere la sua vita con la nostra, ad arricchirci della sua presenza ed a prendere dalla nostra esperienza prima di lui, tante cose.

Un figlio è una bellissima esperienza di grandi risate e anche tante fatiche, paure.
Cucine impiastrate di sugo o di stelline di pasta, giocattoli ovunque, copri-spigoli, pediatri, cartoni animati guardati insieme almeno cento volte, sempre gli stessi, anche perché quando a loro piacciono tanto, non contano il numero delle volte che li vogliono rivedere e soprattutto insieme a te. Poi la scuola, i compiti, i disegni, quelli che sono più bravi, quelli meno bravi, ripetere la storia, la geografia (che sonno…dopo una giornata di lavoro…però quante cose non mi ricordavo…), fare le ricerche, andare in palestra, (che sudate…) portarli, riprenderli, decidere quale paio di scarpe-maglioni-cappotti-pantaloni comprare, le prime festicciole, accompagnarli e riprenderli….poi il liceo, le ripetizioni (c’è anche qualche fortunato che non le ha fatte…) altre feste, renderli finalmente autonomi, il motorino (e qui possiamo dire di tutto..)…il primo amore… e poi, e poi , ecc…..ecc….
Che bello. Che risate, che fatica, che forza!

Un figlio è anche la paura di non essere all’altezza di essere un bravo genitore, paura di non conoscere bene chi si ha di fronte, paura di essere troppo protettivi o troppo permissivi.

Un figlio è amore allo stato puro. Io ti do, tu puoi anche non ridarmi, tanto non cambia, ti amo comunque, anche se mi fai arrabbiare, anche se non mi hai fatto dormire, anche se non studi o non tieni pulita la tua camera, non rimetti a posto quella cosa che ti ho detto di rimettere a posto o vai in giro come un lupo famelico quando hai fame, sbriciolando dappertutto…Quando mi parli del presente e che non vedi a volte il tuo futuro (ti assicuro ci siamo passati tutti….), quando rompi qualcosa e pago io, anche quando decidi di fare una cosa e poi non la fai, quando vai troppo in palestra, o quando stai troppo su internet o al telefono, per non parlare di quando sei innamorato…..

Io mi fido. Mi fido di te, di quello che sei, di quello che stai cercando di essere, dell’amore che mi ritorna quando ti guardo negli occhi e vedo sia quando sei centrato che quando non lo sei affatto.

Se qualcuno arrivasse un giorno da me e mi dicesse che lavorava nell’ospedale in cui ti ho fatto nascere e mi dicesse che tu non sei il mio figlio naturale, io non muoverei una palpebra e penserei che di meglio non mi poteva capitare…
Un figlio è un figlio, quando si decide di vivere l’esperienza, è un figlio sia che si è partorito, adottato o condiviso con il proprio partner.

Un figlio è una scelta.

Nel mondo sottile viene da noi per “ricordarci” qualcosa che, senza di lui, non ci ricorderemmo. E così , noi per lui. E’ un fantastico gioco di coincidenze, coscienti, inconsce, dinamiche di un quadro oltre le nostre stesse previsioni.
E’ il gioco della vita a cui dire grazie, è impegnativo, complicato, ma veramente divertente, è imprevedibile, ma veramente interessante.
Un figlio ci fa crescere, in tutti i sensi, vale proprio la pena… 😉 ……

IL MONDO INVISIBILE

2014-09-08 20.49.41

Ognuno di noi sa come è costituito il nostro corpo, conosciamo gli organi interni, la loro posizione e funzionalità (almeno per conoscenza scolastica), vediamo molto bene la sua parte esteriore, ne curiamo l’immagine in modo costante, vista la sollecitazione dei modelli a cui fa spesso riferimento una Società che ci vuole tutti giovani, belli e sani. Attraverso la cura del corpo e la ricerca di una immagine che ci appartenga e in cui ci riconosciamo ed identifichiamo, sappiamo che il nostro corpo è costituito da quello che vediamo al suo esterno e di quello che non vediamo al suo interno. Non possiamo parlare però, in quest’ultimo caso, di un mondo “invisibile” poiché siamo stati informati dagli studiosi di anatomia che ci hanno documentato accuratamente su ogni minimo particolare. Quindi, l’interno del nostro corpo è visibile perché immaginabile, perché conosciuto.

La nostra persona ha un fisico (corpo denso) appartenente ad una razza, ad una età anagrafica, ad una costituzione che è evidente ad occhio nudo: visibile. La nostra persona, corrisponde anche ad una “mente” che ne determina e caratterizza i pensieri (corpo mentale) e ad una “emozionalità” (positiva e/o negativa) che ne determina e caratterizza l’umore (corpo emozionale). Oltre ad un vissuto mentale ed emozionale la nostra persona ha un vissuto “onirico” o “astrale” dove i nostri pensieri ed umori si confondono, a volte con fantasie ed immagini che provengono dai nostri stessi sogni, altre volte con desideri coscienti e/o emozioni che non portiamo alla coscienza, ma preferiamo tenerle nascoste. Questo vissuto “astrale” è attivo quando dormiamo ma viviamo al suo interno anche molto tempo della nostra veglia, senza che noi ce ne accorgiamo. Quanti di noi sono presenti a se stessi al 100% durante il giorno o quando pensiamo di essere svegli?…. mmh,, se vogliamo essere proprio sinceri, noi, siamo spesso i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri sogni e le nostre “non presenze”.

Ci ricordiamo di essere un tutt’uno, quando ci guardiamo allo specchio o ci osserviamo una parte del corpo e la riconosciamo come nostra. Altrimenti, molte “parti” di noi si “distaccano” dal nostro corpo denso e fluttuano intorno ad esso, come vere e proprie bolle eteriche, colori, immagini. Ricapitolando, noi siamo corpo denso, visibile, e corpi sottili: mentale, emozionale, astrale: invisibili. (Lascio da parte altri due corpi sottili, lo spirituale e il causale, per una prossima volta).

Tutto questo è in poche righe quanto è stato detto, studiato e portato a conoscenza di tutti noi da grandi esoteristi vissuti nell’ultimo secolo e che hanno lavorato proprio per un risveglio delle coscienze ed hanno portato in occidente, maggiori informazioni sul mondo sottile (più conosciuto nelle filosofie orientali) che già veniva comunque analizzato dai primi psicanalisti dell’epoca che ne studiavano, appunto,  il corpo mentale. Il mondo invisibile c’è ma non si vede, è intorno a noi e noi stessi ne facciamo parte, nella relazione con i nostri corpi sottili e quelli degli altri, nelle relazioni con la natura, attraverso i suoi elementi: la terra, l’aria, il fuoco, l’acqua, l’etere.  Ogni nostro pensiero, emozione, sogno, rimane intorno a noi e determina la nostra persona con le caratteristiche che ci distinguono l’uno dall’altro e/o ci accomunano ad altri, a secondo del “canale” dei pensieri a cui ci stiamo “connettendo” (riferimenti a gruppi sociali, politici, sportivi, ecc.).  Parlo delle “Egregore” , vere e proprie “nuvole” di pensieri che ci stanno intorno e di cui, anche noi, ci nutriamo ed alimentiamo, attraverso la forza della nostra intenzione di pensiero.  Non possiamo quindi non riflettere, sull’importanza che hanno i media su queste “Egregore”, spesso ci attraversano informazioni anche senza che noi diamo il permesso loro di entrare nella nostra mente e una volta entrate, ci “inquinano” di riflessioni che possono essere attive o passive, tutto dipende dal nostro interagire, come presenza intendo.  E’ ancora per pochi la visione di questo mondo invisibile, presto, molto presto, lo sarà per tutti, abbiamo soltanto bisogno di elaborare ciò che nel tempo ci è stato già detto dagli studiosi del genere e ci stanno comunicando quelli attuali e, una volta acquisite e incorporate le informazioni, potremmo vedere l’invisibile, perché conosciuto.

Con Es’Eker-et, il personaggio principale del mio libro di cui vedete la copertina e che Vi invito a leggere, io parlo di corpi sottili e introduco il lettore in quel mondo invisibile dove la fantasia, attraverso un racconto, lo accompagna ad un mondo che possiamo percepire tutti ma che spesso non cogliamo nei suoi lati nascosti, perché siamo occupati a vedere con gli occhi “fisici”.

La realtà è oltre la materia, oltre un primo giudizio e valutazione, oltre il nostro bisogno di “sicurezze”. Il mondo invisibile apre le porte ad una nuova coscienza, riavvia il download della nostra percezione ed un inizio di una nuova vita e di una nuova Era, forse per una nuova fratellanza. Grazie di essere arrivati fino a quest’ultima riga, Vi auguro, di cuore, un buon risveglio.

Cosa sta succedendo nel mondo “Astrale” ?

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Se siete collegati a ciò che Vi sta capitando emotivamente nei vostri rapporti di relazione e nei vostri sogni, allora siete sicuramente avvantaggiati nella comprensione di ciò che sta succedendo nell’etere…….
Il nostro “ PASSATO” sta tornando alla memoria e stiamo facendo i “conti” con ciò che siamo stati, ciò che avremmo voluto essere e ciò che siamo ORA.

Ultimamente, a ognuno di noi, sarà capitato di ritrovarsi in una vecchia esperienza che si riteneva conclusa o che si pensava superata, facendoci cadere nella riflessione: “ma sono ancora qui? ancora a questo punto?ancora un’altra volta?….”  una riflessione che si fa quando non siamo proprio fieri dei nostri “avanzamenti” personali e di personalità.

Così come nel mondo si stanno muovendo masse di profughi, costretti a fuggire dalle loro terre insanguinate e affamate di crudeltà per cercare un luogo migliore dove essere accolti e poter vivere una vita dignitosa, allo stesso tempo, nel mondo invisibile, milioni di pensieri, emozioni, intenzioni, desideri, si stanno muovendo per cercare una “terra” dove essere analizzati, scelti, nutriti e accolti.

I nostri pensieri ricorrenti si stabiliscono nelle nostre pance e se non sono “attivi” e “positivi” si distribuiscono attorno a noi, creandoci un senso di inquietudine e di disagio.

Così ci domandiamo ancora, : Chi sono stato e/o chi volevo essere? Chi sono veramente e cosa voglio (diciamo dove sto andando..) ?… la risposta alla prima domanda è complessa.

Il 90% di noi ha da criticare il proprio passato, ha rimpianti di cose non realizzate e tutto questo crea nel sottile, non poche insoddisfazioni, soprattutto, poca fiducia in noi stessi, (ricordiamoci che siamo i peggior giudici di noi stessi) e poca fiducia nel mondo fuori di noi.

In finale, del passato noi ci sentiamo vittime, vittime di un sistema che non ci ha compreso e protetto, e, diciamo che a volte, ci riteniamo anche un po’ sfigati

Il rimanente 10%, quelli di noi che vogliono prendere del proprio passato soltanto i lati positivi, sono schiacciati purtroppo dal primo gruppo (quelli che pensano negativo) e sono considerati e si considerano in prima persona sicuramente bravi ma hanno combattuto contro la fatica, l’ambizione, la superbia, la competizione e hanno fatto “capriole” per mantenere quella “fortuna” (essere nel momento giusto al posto giusto) che è stata tanto “invidiata” : insomma, ORA, questo 10% è praticamente sfinito…..

In ogni caso, alla domanda “chi sono stato nel passato o chi avrei voluto essere,” porta nella sua risposta, una valigia di “non riuscite”, “qualche soddisfazione”, “molti desideri, a volte anche inespressi e spesso non realizzati”, “molti doveri”, “fatiche”, “perdite di tempo”, “impegni” che si sono rappresentati e hanno caratterizzato la vita emozionale e sentimentale (nelle nostre relazioni) e quella mentale (nelle nostre scelte e nella crescita in saggezza, qualora ci sia stata :)).

Quando ci chiediamo ORA chi siamo veramente, non possiamo dimenticare il nostro PASSATO, dobbiamo comprenderlo, non giudicarlo, e prendere la decisione, una volta per tutte di ANNULLARLO.

Il passato sta tornando e se ci trova impreparati ci sovrasta e ci terrorizza, perché ne riconosciamo le sconfitte più che le esperienze soddisfacenti e creative perché queste ultime, le abbiamo messe nel “tesoro” e come cose acquisite e preziose, le custodiamo gelosamente; mentre le sconfitte, sono sempre nelle memoria, esse ci fanno paura, ci rendono incerti e minano il nostro equilibrio.

Il passato sta tornando ma se tutti gli diciamo GRAZIE , abbiamo capito la lezione, ORA sono un altro, quello che ha avuto un passato e lo ha annullato, ringraziandolo per l’esperienza, allora quale risposta diamo a CHI sono VERAMENTE???

Sono una persona, non ha importanza da dove vengono le mie origini, sono un essere umano in cerca di un qui ed ora dove vivere e condividere in pace la mia vita.

ORA sono una persona in cerca di un presente dove vivere positivamente e ORA costruisco il mio futuro.

ORA ho capito che stare bene, significa stare in buona salute, avere una mente vivace,   attenta e creativa, amare me stesso per amare meglio gli altri, accettare le differenze nel rispetto e nella libertà, ORA ho capito che stare bene vuol dire avere un posto dove dormire, un lavoro che mi permette di gestirmi, coltivare i miei piaceri e i miei affetti…

GIA’, non stiamo tutti in questo momento nella situazione poco sopra descritta, …il lavoro manca, la salute non sempre è dalla nostra parte, una casa non tutti ce l’hanno; altri non hanno più neanche una “terra” dove vivere.

E ALLORA?

Possiamo responsabilizzarci in prima persona, in una impresa e proposta quotidiana, come fossero dei comandamenti che dettiamo a noi stessi, con coscienza, determinazione, responsabilità individuale e civile: (non demandiamo agli altri ciò che dobbiamo fare in prima persona):

  • RISPETTA IL TUO CORPO COME TE STESSO
  • COMBATTI L’IGNORANZA CON LA GENTILEZZA E L’EDUCAZIONE CIVICA;
  •  SE HA IDEE METTILE PER LA COMUNITA’, CREDI FERMAMENTE CHE QUESTO MONDO E’ NOSTRO ED IL LAVORO UN DIRITTO CHE SI ACQUISISCE NELLA PROPOSITIVITA’ E NELLA COLLABORAZIONE PER IL BENE DI TUTTI;
  •  DESIDERA PURE LA DONNA DEGLI ALTRI O L’UOMO DELLE ALTRE O CHI TI PARE, BASTA CHE PER QUESTO NON METTI IN MOTO L’ANSIA, L’ANGOSCIA, LA COMPETIZIONE, LA CRUDELTA’ , L’EGOISMO, LA FALSITA’.
  • AMA LA TERRA COME AMI TE STESSO;
  • LIBERATI DAL CONCETTO DI RICCHEZZA! CHE TE NE FAI DI UNO YACHT SE POI NON SAI GODERE DELLA SEMPLICITA’, DELLA SIMPATIA, EMPATIA, CONDIVISIONE, SE NON RISPETTI IL MARE E LA NATURA IN GENERE??????

 

Sono soltanto sei comandamenti ma ce ne sarebbero ancora tanti, chi vuole aggiungerne?? Dicono che i dieci comandamenti non erano dieci ma molti, molti di più ,,,

ORA è il momento di spedire indietro il passato con tutto il suo bagaglio di incertezza, ringraziarlo ed annullarlo.

ORA è il MOMENTO DELLA REALIZZAZIONE.

Ci credete?,, basta provare per crederci………