VATA – PITTA – KAPHA
e ACCENNI sulla SCIENZA DELLA LUNGA VITA: A Y U R V E D A
Ho iniziato da vari anni lo studio sui corpi sottili e ritengo ormai necessario che tutte le persone sensibili o interessate a questa conoscenza, debbano cominciare a percepire e a consapevolizzare che il nostro fisico (corpo denso), non finisce soltanto nelle nostre sensazioni, attraverso i cinque sensi, ma va molto oltre….
Ho praticato su me stessa tecniche bioenergetiche e di vegetoterapia, tecniche di rilassamento e meditazione trascendentale. Per lunghi anni ho cercato di elaborare quello che sin da piccola mi rendeva un po’ diversa dagli altri, quel tipo di bambina che chiamano “sulle nuvole” e che per la società, almeno come era allora, mi creava non pochi conflitti, arrivando alla conclusione, alla fine del percorso di conoscenza, che la “sensibilità” se non contrastata o rifiutata, può svilupparsi nella “sensitività”.
Con lo studio dell’Ayurveda (la scienza-conoscienza della vita) una scienza tramandata da oltre 5.000 anni, la mia mente si è avvicinata alla filosofia indiana dove ho trovato molte risposte alle molte domande a cui mi avvicinavo solo intuitivamente, come quelle ad esempio del riconoscere nella materia non solo materia ma tutti gli elementi che la compongono, l’aria, l’acqua, la terra, il fuoco, l’etere…
Nella scienza Ayurveda la buona salute è dipesa da tutti i fattori necessari al raggiungimento di questo stato: una buona alimentazione, un buon sonno, le eliminazioni di tossine (i mala, attraverso terapia dei panchakarma), una buona vita sessuale, una mente rilassata ed un atteggiamento positivo verso la vita. Ovviamente non trascura l’importanza delle nostre eredità cromosomiche che influenzano il ns. DNA e a maggior ragione, la buona vita si potrà guadagnare con la consapevolezza del nostro stato di salute fisica, mentale, spirituale, attraverso la disciplina, la determinatezza, l’amore. Non dimentichiamoci che molto spesso i medici occidentali (e per fortuna le cose stanno cambiando con le ultime generazioni) curano i nostri corpi nei sintomi e non nelle cause, e purtroppo noi stessi, come pazienti, demandiamo ai medici la nostra salute, non curandoci in prima persona; i medici dovrebbero informarci e responsabilizzarci sui nostri malanni e noi non dovremmo vederli nelle vesti soltanto di “curatori”, bensì come studiosi ed esperti di come funziona il nostro corpo, esperti a cui ci rivolgiamo per un lavoro di collaborazione e di informazione, insomma, dovremmo avere un nuovo approccio medico-paziente, un rapporto di stima e di simpatia che ci renderebbe anche più piacevole la visita, invece di entrare nell’ansia e nell’angoscia della diagnosi. Prevenire sarebbe meglio di curare.
Prima di proseguire con la descrizione di cosa è l’ayurveda, vorrei Innanzitutto parlare di quali caratteristiche generali risiedono in ognuno di noi quando uno dei tre “dosha” VATA PITTA KAPHA che compongono il nostro corpo, prevale di più su un’altro:
La costituzione VATA
La costituzione Vata dosha ha una caratteristica che sovrintende su tutte: è veloce! Parla velocemente, cammina velocemente ma si stanca anche facilmente. Apprende velocemente ma dimentica anche velocemente, è chiaramente instabile, si entusiasma facilmente ma è anche inconcludente, è una persona molto vigile e irrequieta. Le persone Vata sono spesso artiste, creative e sensitive, sono molto indecise ma se ben centrate sono geniali.
Vata è composto da vayu (aria) e akasha (etere) ed è il dosha che permette il movimento: il battito, il respiro, la circolazione del sangue e il trasporto dei nutritivi nel corpo, accende i fuochi digestivi, li assimila e li elimina. La sua sede è nel colon, l’evacuazione è irregolare e le feci sono dure e scarse come anche le urine. Vata ha una fame e una digestione variabile, preferisce cibi dolci e alimenti caldi, il gusto preferito è dolce, aspro, salato.
Vata ha spesso freddo, piedi e mani gelati, la pelle ruvida e secca specie in inverno si screpola, vestirsi pesante e stare al caldo è d’obbligo, ama infatti i paesi caldi. La sua natura instabile lo porta ad essere una persona interessata a moltissime cose, facilmente impulsivo si dedica ad attività che lo coinvolgono emotivamente e ci si dedica fortemente, a volte può essere un ottimo manager, spesso stressato. Le sue amicizie e le sue relazioni sono molteplici e animose, il suo appetito sessuale basso, come detto soffre di incostanza e può tendere facilmente all’infedeltà in un rapporto di coppia soprattutto per la ricerca di novità.
E’ una persona imprevedibile, attira proprio per questo, la sua tendenza all’indecisione e al nervosismo a volte può risultare distante e poco empatica, sicuramente è poco diplomatica, ma Vata è anche una persona molto intuitiva e generosa, non è quasi mai una persona egoista, forse più bisognosa di autonomia e indipendenza. Può essere un’ottima sensitiva.
Il sonno Vata è irregolare, sogna di volare, correre, saltare, soffre di incubi ma anche di sogni premonitori, proprio per la sua natura legata all’etere.
Nell’aspetto fisico la costituzione Vata ha una struttura o molto alta o molto bassa, con torace poco sviluppato, ossa sporgenti, tendini, muscoli e vene visibili. Spesso molto magre le persone Vata tendono ad avere disturbi articolari e nervosi.
Siccome Vata è un dosha freddo, la sua pelle è spesso ruvida e fredda al tatto, di colorito tendenzialmente bruno, tende ad invecchiare molto presto, soffre di screpolature.
Vata ha una scarsa sudorazione, i capelli sono generalmente neri e riccioluti, le unghie ruvide e fragili, gli occhi hanno una congiuntiva secca e opaca, sono spesso piccoli e scuri, i denti generalmente grossi, storti, sporgenti. La lingua si presenta con una patina biancastra, soprattutto centrale.
Quando Vata è in squilibrio le sue malattie coinvolgono le sedi (subdosha) dove il dosha risiede:
- Prana Vata (cuore (intesto come battito) -vene): deperimento, asma, insonnia, disidratazione, ansia, raucedine o perdita della voce, tubercolosi, singhiozzo, tosse secca, mal di testa da tensione, fiato corto;
- Udana Vata (gola – naso): cancro, tonsillite, babuzie, debolezza, fatica, difetti della parola, mal d’orecchi, secchezza degli occhi, mancanza di entusiasmo o sovraeccitazione;
- Samana Vata (intestino tenue): Indigestione, poca energia, diarrea, disidratazione, nutrizione insufficiente, infiammazioni alla lingua;
- Apana Vata (colon- pelvi): costipazione, diarrea, diabete, dolori parte bassa schiena, disturbi sessuali e mestruali;
- Vyana Vata (cuore come circolazione e trasporto): dolori alle articolazioni, articolazioni che scricchiolano, nervosismo, artrite, battito frequente ciglia, circolazione insufficiente, difficoltà nei movimenti.
La durata di vita della costituzione Vata non è longeva.
La costituzione PITTA
La costituzione Pitta dosha, ha un buon metabolismo e una buona digestione e avendo un buon appetito, il digiuno non è consigliato proprio perché ha bisogno di recuperare energie attraverso un buon pasto, altrimenti diventa irascibile, tipico di questo dosha quando è in squilibrio. Pitta è composto da tejas (fuoco) e jala (acqua) e gestisce la secrezione di enzimi ed ormoni, la digestione intesa come trasformazione di composti fisici o psichici in materiali assimilabili, la pigmentazione e la temperatura corporea. La sua sede è nell’intestino tenue, l’evacuazione è regolare e le feci sono giallastre e composte, a volte anche lente e brucianti specialmente dopo un pasto speziato. Pitta può mangiare di tutto proprio per la sua buona digestione ma se il dosha è in eccesso, la sua sede che è nell’intestino tenue rifiuterà gli alimenti fortemente calorici, piccanti e acidi manifestando episodi di diarree istantanee.
La donna pitta è generalmente fertile, ha cicli regolari e il flusso è intenso e dura a lungo a causa del calore innato della sua costituzione e può essere accompagnato da crampi anche forti. Il sangue è di solito color rosso brillante. Pitta ha una produzione interna di forte calore, pertanto ama il fresco e i mesi invernali, ha un buon desiderio sessuale e una forte volontà all’azione e alla realizzazione dei desideri, la sua natura è competitiva e quando è ostacolata, la sua irritabilità sfocia nell’aggressività, provando spesso sentimenti di rabbia, rancore, invidia e gelosia. E’ una persona intelligente, acuta, apprende facilmente e interloquisce in maniera eccellente, competitiva nel lavoro ama dare il meglio di se a volte in maniera fanatica e compulsiva, ricerca la sua evoluzione con animosità ma ha anche bisogno di gratificazione e di relazionarsi agli altri con vivacità ed allegria, è leale, schietta e coraggiosa se è arrabbiata può essere crudele e offensiva. Pitta non dimentica. Ha facilità nel fare amicizia ma è molto esigente, le persone devono essere stimolanti altrimenti le abbandona per prima.
Nonostante la sua natura di fuoco Pitta si addormenta facilmente con un sonno leggero ma buono, può anche dormire poco ma ha facilità di recupero. Ha la caratteristica di ricordare i sogni che spesso sono appassionati, convulsivi, energici, come del resto lo è la sua vita di giorno.
Dotata di un forte ego ha una buona gestione dell’autocontrollo che utilizza anche in funzione della sua vita pratica, è appassionata ma raramente cade preda dell’impulso.
Nell’aspetto fisico la costituzione Pitta ha una struttura media con spalle e fianchi di misura regolari e articolazioni nella norma, ha il torace ben formato con muscolatura buona e generalmente il suo aspetto appare proporzionato tra altezza e peso, spesso infatti la persona pitta mantiene il peso ma se lo aumenta, il grasso si distribuisce in armonia alla struttura.
Siccome Pitta è un dosha caldo (fuoco) e reattivo, la sua pelle è spesso soffice e calda al tatto, il colorito può essere chiaro, giallastro, rossastro e soggetto a lentiggini o nei rossi e bluastri. E’ sicuramente una pelle delicata, tendente alle infiammazioni, couperosi, acne, ed è obbligatorio per Pitta una buona cura della pelle del viso anche per non incorrere a rughe precoci.
La costituzione pitta ha un forte sudore e comunque ama stare in movimento e fare attività fisica, spesso quando il dosha è in eccesso il sudore è di cattivo odore, così come avrà mani o piedi molto sudati, sempre per troppa produzione di calore in eccesso.
I capelli sono generalmente biondo scuro e chiaro e molte volte rossi, sono fragili e fini ed anche i capelli hanno bisogno di particolari cure per non incorrere all’incanutimento tipico di questo dosha quando è in squilibrio, questo ovviamente sempre per problemi legati al metabolismo.
Le sue unghie sono morbide, forti, piuttosto elastiche e ben formate. Il colore è rosa acceso, gli occhi della persona pitta sono di grandezza media e colore chiaro: nocciola, verde, azzurro e grigio, quando il dosha è in squilibrio la vista è compromessa e le congiuntive spesso si infiammano.
La costituzione pitta ha denti regolari e di media grandezza, tendenti alla carie e al sanguinamento gengivale, la lingua può presentare una patina generalmente di colore giallo.
Quando Pitta è in squilibrio le sue malattie coinvolgono le sedi (subdosha) dove il dosha risiede:
- Pachaka pitta (intestino tenue): ulcera, indigestione, mal di stomaco e bruciori, desideri insaziabili;
- Ranjaka pitta (fegato-sangue-milza-stomaco): rabbia, malattie del fegato, ostitilità, itterizia, anemia, infiammazioni della pelle, bassa pressione;
- Sadhaka pitta (cuore e cervello): attacchi di cuore, indecisione, disturbi emotivi;
- Alochaka pitta (occhi): disturbi agli occhi e problemi di vista, rabbia;
- Bhrajaka pitta (pelle): infiammazioni, acne, memoria debole, brufoli, cancro alla pelle, eruzioni cutanee e tutti i disturbi della pelle.
La durata di vita della costituzione Pitta è media.
La costituzione KAPHA
La costituzione Kapha dosha ha una presenza pacifica, generalmente socievole e sorridente tende a generare simpatia e fiducia negli altri. E’ molto lenta nei movimenti e parla anche lentamente, così come apprende lentamente ma una volta che ha memorizzato non lo dimentica più. E’ perseverante. Ama il quieto vivere, anche divertirsi, ma non è molto sportiva e non ama le complicazioni della vita a cui spesso reagisce bene, se il dosha è in squilibrio può soffrire di depressione e senso di inadeguatezza.
Kapha è composto da jala (acqua) e prithivi (terra) ed è il dosha che gestisce la lubrificazione e la compattezza, da forza alle articolazioni e alle ossa. La sua sede è nello stomaco, poi nel cuore, testa, lingua. L’evacuazione è lenta con feci molli e di colore chiaro, le urine abbondanti. Kapha ha una fame regolare con una digestione lenta, tende ad ingrassare, i suoi cibi non devono mai abbondare in carboidrati e grassi. La sua dieta deve preferire minestre, riso bianco, cibi speziati, verdure e frutta. Preferisce alimenti pungenti, amari, astringenti.
Kapha ha una struttura imponente, con un peso spesso elevato, quando il dosha è in eccesso può incorrere all’obesità, all’ipertensione, all’asma e dolori alle articolazioni. Kapha ha il torace ben sviluppato ed è generalmente di bell’aspetto, la pelle è fredda e oleosa, i suoi occhi sono grandi e sporgenti, a volte blu intenso, neri con lunghe ciglia, i capelli sono sani, robusti, scuri, folti e ondulati, le unghie resistenti.
Il sonno Kapha è molto regolare, sogna il mare, fiumi , acqua, cose romantiche, adora poltrire e stare in relax, è una persona cordiale, il suo colloquiare lento fa di lei anche una buona ascoltatrice, la sua comprensione lenta ma costante la induce a perdurare negli studi umanistici o scientifici, si mette a disposizione degli altri, è sensibile, tollerante, calma, paziente, a volte può risultare avida e con problemi di attaccamento, proprio per la sua natura un po’ monotona.
Quando Kapha è in squilibrio le sue malattie coinvolgono le sedi (subdosha) dove il dosha risiede:
- Bodhaka Kapha (lingua): obesità, diabete, perdita del gusto, congestioni;
- Avalambaka Kapha (cuore-polmoni): asma, letargia, dolori alla schiena, rigidità, congestione del petto, ipertensione;
- Kledaka Kapha (stomaco): digestione lenta, senso di pesantezza, eccesso di muco nello stomaco;
- Slesaka Kapha (articolazioni): articolazioni deboli, gonfiori;
- Tarpaka Kapha (testa): Mal di testa, perdita dell’odorato, irritabilità, irritazioni delle cavità nasali. La durata di vita della costituzione Kapha non è longeva.
ACCENNI AYURVEDA
Tornando all’Ayurveda, per capire meglio questa scienza (conoscenza-scienza della lunga vita) è necessario comprendere la relazione dell’uomo con l’universo, attraverso i cinque elementi.
Prakriti è la materia che è sempre esistita, il principio di tutte le cose ed è il principio della creatività stessa. Purusha è lo spirito originale o elemento conscio universale, dall’unione di Prakriti e Purusha, tutto prende forma. Nella medicina ayurveda Prakriti indica anche la costituzione dell’individuo e Vikriti lo stato temporaneo, ovvero lo squilibrio costituzionale.
Nel cosmo generato da luce si cominciarono a creare degli addensamenti: questo processo viene chiamato AHANKARA (ego o falso io) con BUDDHI (intelletto); questi addensamenti subirono in un secondo tempo un altro processo detto ANTAKARANA (che porta dentro, la consapevolezza di appartenere ad un tutto unico).
Pensiamo al corpo umano, il corpo è costituito da miliardi di cellule ognuna delle quali ha la consapevolezza di appartenere ad un insieme (ahankara), una consapevolezza diretta dalla conoscenza dell’intero sistema che si autocomprende come corpo (antakarana).
AHANKARA le cellule si riconoscono e si avvicinano, ANTAKARANA è la loro fusione.
Possiamo immaginare l’esistenza di questo processo, detto ahankara, in tutte le cose; ogni organismo ha in sè la consapevolezza di essere a livello cellulare, in altre parole, ogni cellula compone un organismo che ha in sè il codice di quell’organismo. Quando noi mangiamo, ad esempio, tutto ciò che introduciamo nel nostro corpo viene prima analizzato dai nostri enzimi, riconosciuto, trasformato, metabolizzato ed infine espulso come “ama” (rifiuto) una volta prelevati gli elementi nutritivi.
Nella “Charaka Samhita” (uno dei piu’ antichi testi dell’ayurveda) troviamo la definizione dei tre fondamentali fattori che regolano tutto il sistema fisiologico e metabolico:
3 Dosha, le forze che controllano i processi fisiologici
7 dathu, i tessuti che compongono l’organismo
5 mala, i prodotti di scarto del corpo
L’Ayurveda vede il corpo umano come un continuo movimento di equilibri di tre principali energie chiamate “Dosha” (umori) e che insieme formano la costituzione.
I tre Dosha sono costituiti da tutti e cinque gli elementi ( Panchamahabuta), aria, terra, fuoco, acqua, etere, nei quali però prevale ora l’uno ora l’altro, questi tre Dosha hanno il nome di Vata, Pitta, Kapha:
- Vata, costituito da etere e aria; la funzione principale di Vata è il movimento, la sua sede è nel colon;
- Pitta, costituito da fuoco e acqua; la funzione principale diPitta è il metabolismo, la sua sede è nell’intestino tenue;
- Kapha, costituito da terra e acqua; la funzione principale di Kapha è creare la compattezza, quindi la struttura del nostro corpo, la sua sede è nei polmoni.
Vata , Pitta e Kapha sono i tre dosha corporei ognuno dei quali ha, a sua volta, cinque sottodivisioni, Subdosha, con una sede e una funzione particolare:
Vata ha i suoi subdosha nel cervello, nei polmoni, nello stomaco, negli organi genitali e nel sistema nervoso, tutto viene considerato nel suo movimento, Vata trasporta le sostanze nutrienti nella cellula.
Pitta ha i suoi subdosha negli occhi, nel cuore, nello stomaco, nel fegato e nella pelle, ricordiamo che Pitta è il “fuoco”, agisce sotto forma di enzima e permette alle sostanze nutrienti di essere metabolizzate.
Kapha, ha i suoi subdosha nella testa, nella bocca, nel cuore, nello stomaco e nelle articolazioni, il suo compito di compattezza, assicura e forma la struttura cellulare.
Se i tre dosha si trovano in normale equilibrio mantengono la salute, mentre lo squilibrio di uno, due o di tutti e tre causa la malattia.
La struttura del corpo è composta da sette tipologie di elementi tessutali:
I 7 DHATU:
Rasa = Chilo e plasma – Rasa ha un ruolo determinante nel processo digestivo, e di conseguenza nella formazione degli altri dhatu. La formazione di questi succhi comincia con la masticazione; saliva e cibo ingerito forma 6 rasa: il gusto dolce, aspro, salato, piccante, amaro, astringente. La sua sede risiede nello stomaco, e nel tenue, nel cuore, nelle arterie, nelle vene e nel sistema linfatico.
Rakta = Il rosso del sangue – la funzione di questo dhatu è supportare la vita e la temperatura corporea. La sua sede è nel fegato, nella milza, nei vasi sanguigni e nei muscoli.
Mamsa= tessuto muscolare – fornisce una copertura di riparo al corpo ed è responsabile dei movimenti del corpo. la pelle e la parte grassa dei muscoli sono i tessuti ad esso associati.
Medas= tessuto adiposo – la sua funzione è quella di lubrificare e di stabilizzare. La sua sede è nei glutei, all’interno e all’esterno dell’addome, nei reni e nelle ossa.
Asthi= tessuto osseo – garantisce la stabilità del corpo, comprende ossa, denti , cartilagini.
Maija= nervi (midollo osseo) – è il tessuto racchiuso nelle ossa, il tessuto nervoso, le sue funzioni riguardano le attività del cervello e la formazione del midollo spinale.
Shukra= fluido generatore – la sua principale funzione è la riproduzione, nel corpo maschile la sua sede è nei testicoli e nel pene, nel corpo femminile è situato nelle ovaie.
I 5 Mala
Sono i prodotti di rifiuto, derivanti dai processi digestivi o metabolici.
Nell’Ayurveda è molto importante la completa eliminazione di questi prodotti, ad esempio, il massaggio nella medicina ayurveda è uno dei mezzi più importanti per l’eliminazione dei prodotti di rifiuto. I cinque mala sono : Vitta (feci), Mutra (urine), Seda (sudore), Nakha (unghie), Romakupa (peli e capelli).
L’energia vitale e pranica, passa attraverso dei canali, srotas “fluire” e le nadi “tubo” che fanno riferimento a loro volta a determinati organi interni da dove, ciascuno di questi canali, ha origine, direzione e controllo e dove scorre la linfa che nutre e distribuisce gli elementi necessari per una perfetta salute.
Nell’uomo vi sono 13 canali, nella donna 15.
I primi tre sono canali attraverso cui viaggiano l’aria, il cibo e l’acqua e sono governati da Vata, Pitta e Kapha. Gli altri sette canali sono legati ai tessuti, e gli ultimi tre ai sistemi di eliminazione del corpo. Nella donna gli altri due canali sono legati al ciclo mestruale ed al canale del latte materno.
Gli Srotas sono così classificati:
Pranavaha Srotas:- apparato respiratorio
Udakavaha Srotas:- metabolismo dell’acqua
Annavaha Srotas:- apparato digerente
Rasavaha Srotas:- sistema circolatorio del plasma
Raktavaha Srotas:- apparato circolatorio venoso
Mamsavaha Srotas:- canali circolatori del tessuto muscolare
Medavaha Srotas:- canali circolatori del tessuto adiposo
Asthivaha Srotas:- canali circolatori del tessuto osseo
Majjavaha Srotas:- canali circolatori dei nervi
Sukravaha Srotas:- canali circolatori tessuti riproduttivi
Artavaha Srotas:- canali circolatori del flusso mestruale
Stanyavaha Srotas:- canali circolatori dell’apparato mammario
Svedavaha Srotas:- canali circolatori del sudore
Mutravaha Srotas:- l’apparato urinario
Purisavaha Srotas:- canali circolatori dell’apparato escretore
Manovaha Srotas:- la mente
Le nadi (tubo, canale) sono altri canali dove passa il flusso pranico della coscienza, la forza vitale e la forza mentale scorre lungo queste nadi, esse trasportano diversi tipi di energie:
- Apana l’energia tiepida discendente
- Sapana l’energia mediana e calda
- Vyana l’energia oleosa che permette i movimenti di tutte le membra
Secondo il tanta ci sono 72.000 o più di questi canali o diramazioni, attraverso i quali gli stimoli scorrono energeticamente da un punto ad un altro, si incrociano lungo la colonna dei chakras (ruote) principali e minori, di cui conosciamo per fama, il nome dei sette principali e che sono corrispondenti, oltre agli organi sotto indicati, alle ghiandole principali del nostro corpo:
I° Chakra Muladhara
corrisponde alle gonadi, nel corpo fisico plesso sacrale, all’apparato di assimilazione ed escrezione, retto, ossa, parte posteriore delle gambe e cosce.
II° Chakra Svadhishthana
corrisponde alle ghiandole surrenali, alle gonadi, apparato urogenitale, sistema linfatico e intestino crasso.
III° Chakra Manipura
corrisponde al pancreas, apparato digestivo, isole di Langerhans, plesso solare, diaframma, stomaco, fegato, cistifellea, duodeno, intestino tenue.
IV° Chakra Anahata
corrisponde al timo, apparato circolatorio, cuore e arterie, polmoni e braccia.
V° Chakra Vishuddha
corrisponde alla tiroide, apparato respiratorio, apice dei polmoni, corde vocali, lingua e nervi facciali.
VI° Chakra Ajna
è in corrispondenza con la ghiandola pituitaria (ipofisi), sistema nervoso centrale.
VII° Chakra Sahasrara
corrisponde alla glandola pineale (epifisi).
Tornando alle nadi, tra queste, ve ne sono dieci principali, e tra queste dieci, tre sono le più importanti perché controllano il flusso del prana e della coscienza nelle altre nadi del corpo. Queste tre nadi vengono chiamate :
Ida, Pingala, Sushumna.
Ida nadi controlla tutti i processi mentali, è la forza collegata alla luna, al femminile, alle emozioni.
Pingala nadi controlla tutti i processi vitali, è la forza collegata al sole, al maschile, all’immediato.
Sushumna nadi, è il canale della coscienza spirituale, scorre nel canale centrale del midollo spinale, è il centro del nostro essere e la sede del nostro risveglio.
Queste tre nadi possono essere considerate forza pranica (pingala) forza mentale (ida) e forza spirituale (sushumna).
Così abbiamo prana shakti che corrisponde a Pingala, manas shakti a Ida e Atma Shakti a Sushumna. Possono essere considerate come forza pranica, forza mentale e spirituale.
Tutte e tre hanno origine nel plesso sacro-coccigeo.
Da qui Sushumna fluisce direttamente verso l’alto all’interno del canale centrale, mentre Ida passa a sinistra e Pingala a destra: In swadhisthana chakra, o plesso sacrale, le tre nadi si incontrano ancora e Ida e Pingala si incrociano. Ida passa verso l’alto sulla destra e Pingala sulla sinistra, Suschumna continua a fluire direttamente verso l’alto nel canale centrale. Le tre nadi tornano a riunirsi in manipura, il plesso solare, e così di seguito: infine Ida, Pingala e Sushumna si incontrano nella ghiandola pineale.
Ida e Pingala funzionano nel corpo alternatamente e non simultaneamente.
Quando le narice sinistra è aperta sta fluendo l’energia lunare o Ida nadi. Quando la narice destra è aperta, è l’energia solare o Pingala nadi a fluire.
Alcune ricerche hanno dimostrato che quando il flusso è libero nella narice destra, l’emisfero sinistro del cervello è in attività, quando il flusso scorre nella narice sinistra, è l’emisfero destro ad essere in attività:
In questo modo le nadi, o canali di energia controllano il cervello e gli avvenimenti della vita e della coscienza.
La intersezione di tutte le nadi nel corpo e di grande importanza e utilizzo nella pratica del massaggio ayurveda (attraverso la stimolazione e la digitopressione di questi punti) sono i “marma” (segreto, nascosto).
I marma sono i centri invisibili dove passa l’energia degli organi vitali del corpo umano, rappresentano anche i punti anatomici che si trovano dove vene, muscoli, tendini ed ossa si incrociano. Nella tradizione indiana i marma venivano usati e studiati sia per la guerra che per la medicina. Nella guerra, (Kalari, arte marziale tuttora esistente) venivano insegnati ai guerrieri per poter infliggere maggiori danni agli avversari ed al tempo stesso proteggerli in battaglia, questo veniva fatto stimolandoli e rafforzandoli attraverso il massaggio.
Nella medicina ed esattamente nel massaggio ayurvedico, il punto marma viene stiplato per liberare i canali energetici e stimolare le aree di interesse, la differenza tra i meridiani cinesi e i marma sta che il marma è più un punto zonale, ovvero ricoprono un’intera area, anche se oltre a questo hanno delle corrispondenze con gli organi principali. Alcuni vaydia sono in grado di utilizzare i punti marma per anestitetizzare, in ogni caso una loro stimolazione continua aiuta a prevenire e combattere malattie.
Nel corpo umano ci sono 107 punti marma che possono essere stimolati con il massaggio ayurvedico.
Sono così distribuiti sul corpo;
n.10 piedi
- 10 gambe
- 12 tronco anteriore
- 14 tronco posteriore
- 12 braccia
- 10 mani
- 14 collo
- 23 testa
La funzione di Agni, il fuoco.
Il concetto di Agni, elaborato dai rishi vedici migliaia di anni fa, non è attribuibile soltanto al fuoco digestivo, (e riconosciuto nel dosha Pitta), come forza necessaria e di primaria importanza per la salute del corpo umano, ma è collegato anche ad un concetto metafisico. Agni è la forza che ci dà luce e calore, sostiene la vita terrena, è il simbolo della purezza dell’essere, della verità assoluta, un elemento che aiuta al processo di purificazione; Agni è la radice stessa della vita.
Nell’ayurveda quindi, Agni, non solo aiuta la digestione in modo determinante, m è responsabile della produzione di Ojas (forza), tejas (valore), Medha (intelligenza).
La principale funzione dei massaggi ayurvedici ha come obiettivo quello di ristabilire l’equilibrio dei dosha, portare il corpo alla sudorazione (swedana), attraverso la quale usciranno e si elimineranno le tossine accumulate (ama).
I massaggi , Abyangam, si effettuano con oleazione (sneana) e oli ayruvedici dei tre dosha e/o oli essenziali corrispondenti al riequilibrio del dosha in eccesso o in diminuzione, tutti sono diluiti con olio vettore, di sesamo, di arachide o di cocco, tutti biologici.
Il massaggio DOSHA ABYANGAM: (massaggio tutto il corpo)
- Vatabyangam (costituzione Vata)
- Pittabyangam (costituzione Pitta)
- Kaphabyangam (costituzione Kapha)
Il massaggio ANGA ABYANGAM: (massaggio zonale)
- Siroabyangam (massaggio testa)
- Muhabyangam (massaggio viso) sarà effettuato il Netrabyangam (massaggio occhi) Karnabyangam (massaggio orecchie) Nasibyangam (massaggio naso):
- Thandabyangam (massaggio schiena)
- Hastabyangam (massaggio mani)
- Padabyangam (massaggio piedi)
Il massaggio SROTA ABYANGAM:
- Nadiabyangam (canali arteriosi)
- Nalabyangam (canali venosi)
- Neerabyangam (canali linfatici)
Il massaggio MARMABYANGAM (massaggio energetico)
Il massaggio KERALIANO (massaggio del prana)
Applicazione di oli medicati ayurveda, riscaldati e messi a contatto di specifiche zone del corpo, quali in specifico:
- KATI VASTI: finalizzato sulla parte bassa della schiena per tutte le patologie legate alla spina dorsale, alle lombari quali infiammazioni, scoliosi, spondilosi, sciatica, contratture e rigidità
- NEELA VASTI: nella parte anteriore del collo, per tutte le problematiche legate alla voce e alle corde vocali.
- GREEVA VASTI: applicazione sull’area cervicale adatta ad alleviare torcicollo, tensioni e rigidità
- NABHI VASTI: questa applicazione viene fatta sull’addome, in corrispondenza del terzo chakra Manipura, appena sopra l’ombelico; il trattamento che viene fatto è finalizzato a rafforzare l’assorbimento delle sostanze nutritive migliorando disturbi come colon irritabile, costipazione e inappetenza. Inoltre questo è un centro energetico molto importante, é la sede della digestione sia dei cibi che delle emozioni e trattandolo nel modo corretto si può avere anche un riscontro a livello emozionale a causa del rilascio di tossine ed emozioni profonde.
- HRID VASTI: applicazione sul petto nella zona energetica che corrisponde ad Anahata chakra, il chakra del cuore, fonte dell’amore incondizionato. A livello sottile rilascia profondi e radicati sentimenti di rabbia e tristezza alleviando le tensioni accumulate, mentre svolge sul corpo un azione buona per asma, tutti i problemi bronchiali e respiratori.
- JANU VASTI: quest’applicazione viene fatta sulle articolazioni del ginocchio lubrificando e disinfiammando la cartilagine, migliorando la circolazione, è adatta alla riabilitazione dopo un intervento chirurgico e per le osteoartriti.
- NETRA VASTI: applicazione sugli occhi; in questo caso l’olio medicato viene sostituito dal ghee tiepido ( burro chiarificato) alleviando secchezza, bruciori, affaticamento, congiuntivite cronica; inoltre corregge errori di rifrazione e rinfresca l’occhio.
- PICHU: applicazione sulla zona al centro fra le due sopraciglia, Ajna chakra il terzo occhio. Questo trattamento ci permette di entrare in uno stato vigile di rilassamento molto profondo rallentando il flusso dei pensieri e lasciando spazio ad una lucidità e presenza fondamentali per un completo benessere.
Applicazione di PINDA SWEDA, dei fagottini ripieni di erbe e spezie, a seconda delle problematiche da trattare, lavorate con olio si sesamo. Questi Fagottini vengono bagnati in oli medicati oppure olio di sesamo e passati tiepidi sulle parti da trattare. Possono essere richiesti nel contesto del massaggio doshabyangam o zonale, e massaggio keraliano.