Quando guardiamo una nostra fotografia, osserviamo l’espressione che avevamo, la posa, i colori, la limpidezza, il luogo e il tempo di quando è stata scattata.
Essa ci dà delle sensazioni, ci dona emozioni e ci invita a fare un collegamento tra il presente e il momento di quando stavamo proprio lì.
La fotografia si osserva con gli occhi, con le emozioni, con la mente.
La Visione astrale è come una fotografia o un piccolo filmato che si ottiene con il 6° senso o intuizione e il 3° occhio, concentrazione e contemplazione.
Nel mondo invisibile, ognuno di noi, appare nella sua forma, luce, unicità, movimento, proprio come in una fotografia, soltanto con riferimenti diversi dal piano reale.
E’ lì che lo spirito si manifesta nella sua forza e l’anima appare nella sua luce e nella sua ombra, in tutte le sue caratteristiche temporali, del presente e del passato più remoto. Il futuro si può vedere ma appartiene ad un’altra sfera, quella della preveggenza ed è un’altra visione che non appartiene a questo sito nè al mio interesse.
Come in uno scatto fotografico, la visione astrale può dare varie informazioni: sul corpo denso, attraverso l’osservazione della forma e/o compattezza della sua “aura” e gli eventuali blocchi energetici; sul corpo emozionale, attraverso l’osservazione dei colori dell’aura dove si possono “leggere” piccole e grandi storie che ci ruotano intorno, e di cui spesso, siamo inconsapevoli.
Noi tutti infatti, ci portiamo appresso dei bei ricordi ma anche dei “traumi” che ci appesantiscono e addirittura ci impediscono di vivere più serenamente la nostra vita.
Sono proprio quei ricordi traumatici e che noi riteniamo di aver superato (mettendoli nel cassetto nascosto della memoria) che invece sono sempre pronti a disturbarci e ad influenzarci, anche nel quotidiano, ogni qualvolta si presenta l’occasione. Un particolare, un odore, un fatto, ecco che accende la miccia del ricordo ed esso si ripresenta, inaspettato e ci fa reagire con una risposta quasi sempre simile.
E’ così che ci ritroviamo a fare le ennesime discussioni nelle nostre relazioni o ad abbandonare situazioni che ci sembravano fino a quel momento a noi consone, oppure a ripetere ancora gli stessi errori che pensavamo di aver elaborato e superato.
Anche se è difficile da accettare, il nostro ricordo “traumatico” gira intorno a noi e siamo proprio noi ad alimentarlo, seppure ci infastidisce e lo vogliamo cancellare.
Esso ci serve per “ricordarci” che abbiamo fatto un accordo con la nostra anima: evolverci e migliorare, cosa che (putroppo) si ottiene attraverso esperienze di sofferenza, anche se per fortuna non sempre 🙂 , ma lo capiremo quando saremo più pronti ad accettare la vita in tutta la sua complessività, nel bene e nel male e nel libero arbitrio.
Tornando alla visione astrale, in essa possiamo avere informazioni più nette e molto chiare (se ben interpretate 😉 ) di quanto se ne abbiano in una comunicazione verbale, dove a volte, usiamo parole improprie.
Nelle parole ci sono dentro le immagini, le parole sono immagini, quindi, se noi usiamo parole appropriate a ciò che vogliamo dire o ci stiamo elaborando, la nostra comunicazione o riflessione sarà perfetta, senza errori né confusioni.
Parole appropriate portano un senso appropriato e lo rendono chiaro alla coscienza.
Di conseguenza, le immagini che si possono vedere nel mondo astrale sono immediate e una volta “focalizzate” esse danno il senso della loro manifestazione nella precisione. Come succede proprio in una fotografia, il colore e la limpidezza, aiuterà a capire meglio come sta la persona osservata e, il movimento intorno al suo corpo ci rivelerà piccole e grandi storie che si pensavano dimenticate e che lavorano silenziosamente nel corpo sottile emozionale.
A volte basterebbe rivedere con occhi diversi una cosa che per noi è stata difficile da vivere, rivederla cioè in consapevolezza, che ci alleggerirebbe di molto la vita. La cosa importante però è interpretare il nostro piccolo o grande trauma con le parole appropriate e nella verità.
Facciamo un esempio. C’è una persona con una forte sensibilità alla paura dell’abbandono, nella visione astrale ci si può accorgere che quella paura non è di “abbandono” bensì di “rifiuto”.
Capite quanta differenza c’è tra abbandono e rifiuto?
Eppure noi generalmente sbagliamo. Ci diciamo nella nostra mente cose non esatte, interpretiamo male noi stessi perché non siamo attenti al nostro vero sentire ed entriamo in confusione, e da confusione nasce confusione: il gioco è infinito.
Senza entrare in merito ad una spiegazione psicanalitica che potremmo decidere magari di fare con uno psicoterapeuta e quindi in un’altra sede, attraverso la visione astrale, potremo focalizzare una nostra vera paura e/o un nostro vero trauma esistenziale e una volta chiaro, si potrebbe crescere in consapevolezza, oltre che magari scoprire che quel ricordo per noi traumatico è meno tenebroso di quanto pensavamo.
Il ricordo si può sciogliere attraverso una rivisitazione aperta, rilassata, con il cuore in ascolto, accettando l’esperienza, ringraziandola perché ci è servita a crescere e forse, ce ne potremo separare definitivamente come cosa che non ci appartiene più.
La libertà è nelle nostre mani, essere nel presente e nella verità e, ogni giorno, è un buon giorno per vivere la grande avventura che è la vita 🙂